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Nello Yemen accuse infondate indicano persecuzioni intensificate

19 set 2018
Nello Yemen accuse infondate indicano persecuzioni intensificate
Sabato scorso, durante un’udienza le autorità houthi dello Yemen spalleggiate dall’Iran hanno lanciato una serie di accuse infondate contro una ventina di baha’i. Questo atto avviene mentre il leader degli houthi incita la popolazione alla violenza contro i baha’i e altre minoranze religiose.
Queste assurde accuse – come per esempio spionaggio e apostasia – sono stato lanciate soprattutto contro persone che ricoprono ruoli amministrativi nella comunità baha’i, ma riguardano anche altri baha’i yemeniti, come una ragazza adolescente.
L’udienza si è aperta con la sola presenza del giudice, del procuratore e di altri funzionari del tribunale. Gli accusati baha’i e i loro avvocati non ne sono stati informati. La prossima udienza è fissata per il 29 settembre a Sana’a e il giudice ha convocato coloro che erano assenti nella prima sessione del processo.
«Queste accuse sono estremamente allarmanti e indicano una grave intensificazione della pressione in un momento in cui la comunità baha’i è già minacciata e la generale crisi umanitaria nel paese richiede un’urgente attenzione», ha detto Bani Dugal, la principale rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite.
«Abbiamo tutte le ragioni per essere preoccupati per la sicurezza della comunità baha’i nello Yemen. Invitiamo la comunità internazionale a chiedere alle autorità di Sana’a di far cadere immediatamente queste imputazioni assurde, false e infondate contro questi innocenti, che sono stati malignamente accusati solo perché praticano la loro Fede».

Le accuse religiosamente motivate lanciate dalle autorità houthi nella capitale dello Yemen, Sana’a, durante l’udienza di sabato scorso coincidono con una sistematica azione oppressiva contro i baha’i yemeniti, ricorrendo a metodi come incitamenti all’odio, arresti, detenzioni e una condanna a morte.
«Il modo in cui gli houthi stanno prendendo di mira la comunità baha’i nello Yemen ricorda sinistramente la persecuzione dei baha’i in Iran nel 1980, durante la quale i leader della comunità baha’i sono stati rastrellati e uccisi», ha aggiunto la signora Dugal
In un discorso pronunciato nel mese di marzo davanti alla televisione, Abdel-Malek al-Houthi, il leader degli houthi, ha diffamato e denunciato la Fede baha’i. Ha incitato il popolo yemenita alla violenza, esortandoli a difendere il paese dai baha’i e dai membri di altre minoranze religiose.
Pochi giorni dopo il suo discorso, diversi giornali online yemeniti hanno ribadito questi attacchi e un noto scrittore e stratega houthi ha commentato sui social media che «tutti i baha’i saranno uccisi». Sentimenti simili sono stati espressi dalle autorità religiose di Sana’a, come il Mufti dello Yemen, Shams al-Din Muhammad Sharaf al-Din, che ha studiato in Iran ed è stato nominato l’anno scorso dagli houthi.
Attualmente, sei baha’i sono in prigione a causa delle loro credenze. Uno di loro, Hamed bin Haydara, messo in prigione nel 2013, è stato condannato a morte nel mese di gennaio a causa della sua fede dopo un lungo processo ingiusto e la sentenza prevede che l’esecuzione capitale avvenga in pubblico. Abdu Ismail Hassan Rajeh, lo stesso giudice che ha presieduto al processo farsa del signor Haydara, presiede anche a quello intentato contro i baha’i recentemente accusati.

Cs news.bahai.org.

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