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Progetto "Namasté - Adotta una carrozzina". Un ponte tra la Repubblica di San Marino e il Nepal per l’autonomia delle persone adulte e bambini con disabilità

15 set 2019
Progetto "Namasté - Adotta una carrozzina". Un ponte tra la Repubblica di San Marino e il Nepal per l’autonomia delle persone adulte e bambini con disabilità

Il Nepal è una terra di straordinaria cultura e profonda spiritualità, ricca di templi induisti e monasteri buddisti incastonati come perle nelle antiche città. Posto fra la Cina e l’India, il suo territorio dai panorami mozzafiato spazia dalla pianura del Gange alla catena montuosa dell’Himalaya, otto delle quattordici cime del pianeta che superano gli 8.000 metri si trovano qui. L’unica grande area urbana è la capitale Kathmandu, un tempo soprannominata “Firenze dell’Asia”, diventata un mix di antico e moderno, con odori, suoni, inquinamento e cemento che stordiscono il viaggiatore straniero, ma ancora capace di lasciarlo a bocca aperta perché in alcuni quartieri il fascino dei secoli è rimasto inalterato. La maggioranza della popolazione, costituita da oltre cento differenti gruppi etnici, risiede nelle zone rurali in povertà. Il Nepal, infatti, è uno dei Paesi meno sviluppati del mondo, una situazione aggravata dal devastante terremoto del 2015 che ha comportato pesanti perdite umane ed economiche, anche per la distruzione delle meraviglie architettoniche che attiravano i turisti. La vita dei nepalesi con disabilità ne ha risentito drammaticamente, in un contesto già difficile per carenza di terapie e centri specializzati, mancato accesso al sistema scolastico, malnutrizione (si è calcolato che probabilmente un terzo dei casi di disabilità in Nepal potrebbe essere evitato con un’alimentazione adeguata) e un retaggio culturale che considera determinate difficoltà fisiche una punizione divina. Le discriminazioni sono evidenti perfino nei dati ufficiali: solo l’1,94% della popolazione totale risulta avere una forma di disabilità. Un dato che non si riscontra neppure nelle nazioni più avanzate e che dunque è poco convincente in un Paese in via di sviluppo che conta circa 28 milioni di abitanti. Agenzie internazionali che lavorano sotto l’egida dell’ONU affermano che è plausibile parlare di non meno del 10% di nepalesi con disabilità, adulti e bambini invisibili perfino nelle statistiche. Numeri in crescita, perché dopo ogni disastro naturale le persone bisognose di cure aumentano e chi già aveva una disabilità vede peggiorare la propria condizione. Il Progetto di Attiva-Mente “Namasté - Adotta una carrozzina”, punta a realizzare in loco sedie a rotelle manuali su misura. Il contatto nel Paese himalayano è il CIL-Kathmandu (Independent Living Center), il Centro per la Vita Indipendente della capitale, un’organizzazione senza scopo di lucro, non politica, gestita da e per le persone con disabilità. Nato nel 2006, all’indomani della decennale guerra civile, il CIL-K è il primo organismo di auto-aiuto del Nepal, affiliato con le Associazioni sorte nel frattempo sul suo esempio in altri venti distretti. Secondo la Federazione dei Disabili – l’ombrello sotto cui operano in sinergia tutte le realtà che si occupano di handicap nel Paese – sono più di 22.000 le persone con disabilità che necessitano di una carrozzina. Nel prossimo mese di ottobre una delegazione di 16 persone sammarinesi, disabili e non, effettuerà una visita-studio in Nepal, consegnando direttamente e per intero al Centro di Kathmandu i fondi raccolti. Il viaggio diventerà un’occasione per incontrare le Autorità nepalesi (previsto, fra gli altri, un incontro con il Presidente della Repubblica, Bidhya Devi Bhandari) e verificare gli sviluppi del progetto anche nei Centri CIL di Chitwan e Pokhara, a 200 chilometri dalla capitale e tutte le attività che ruotano intorno all’iniziativa, come la creazione di un’officina attrezzata per produrre e riparare sedie a rotelle e altri dispositivi per l’autonomia, l’attivazione dell’ufficio che si occuperà di identificare i beneficiari utilizzando criteri chiaramente definiti, curare il database con i dati relativi alle loro esigenze, seguire i servizi di consegna e assistenza in aree remote. Fisioterapisti, consulenti con disabilità ed esperti sul tema della vita indipendente sono all’opera in quel di Kathmandu, e si pensa al futuro con l’accordo, in fase sperimentale, siglato con Infinity Lab, un’Associazione di ingegneri elettronici e meccanici, per la produzione di un modello di carrozzina elettrica. Persone coraggiose, appassionate e lungimiranti che vogliono cambiare la mentalità comune e favorire la creazione in Nepal di una società più consapevole; cambiare la percezione negativa che l’opinione pubblica ha della disabilità e creare un atteggiamento inclusivo sono gli altri obiettivi a cui insieme a loro sta lavorando CIL-K, e lo fa coinvolgendo i disabili in tutti i processi decisionali, fornendo supporto tra pari e consulenza, senza tralasciare settori come la scuola, il turismo, il lavoro e la sanità, che molto possono influire in tema di diritti. Sul fronte legislativo qualche timido progresso è stato compiuto; proprio la forte pressione del CIL-K ha fatto sì che il Governo nepalese abbia ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità il 7 maggio 2010 e adottato le Linee Guida sull’accessibilità nel 2013. Sempre il CIL-K, inoltre, sta sostenendo l’avvio del servizio di assistenza personale e di erogazione dei dispositivi medici; ha collaborato alla legge sulla disabilità del 2017 e ora supporta le Istituzioni nella realizzazione dei regolamenti pertinenti. L’atteggiamento nei confronti della disabilità, tuttavia, è ancora intriso di pregiudizi duri a morire: l’isolamento spesso comincia all’interno della stessa famiglia che si vergogna di avere un proprio caro con handicap. L’inaccessibilità e la mancanza di spazi accoglienti, pertanto, sono anche dovute alla scarsa visibilità della comunità disabile, e la poca attenzione si riflette nelle azioni concrete delle autorità governative locali e nazionali. Rimangono sul tappeto tanti problemi, ma tanta è anche la voglia di superarli. Un popolo accogliente come quello nepalese può farcela; dopotutto il suo saluto, Namasté, significa «mi inchino alla divinità che è in te», quanto di più rispettoso verso l’altro si possa immaginare.

È possibile sostenere il progetto Adotta una carrozzina versando un contributo sul conto corrente della Banca di San Marino intestato all’Associazione Attiva-Mente (Iban: SM88E0854009800000060146608), specificando nella causale: Un aiuto per le persone con disabilità del Nepal.
Pagine web del Progetto "Namasté - Adotta una carrozzina" all’indirizzo www.attiva-mente.info/namaste/

Comunicato stampa
Associazione Attiva-Mente



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