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Attentato Istanbul: trovati passaporti kamikaze

30 giu 2016
Attentato Istanbul: trovati passaporti kamikaze
Attentato Istanbul: trovati passaporti kamikaze - Si tratterebbe di un uzbeko, di un kirghiso e di un cittadino della Repubblica russa del Daghestan
È salito a 43 morti, di cui 19 stranieri, il bilancio dell'attacco di martedì sera all'aeroporto Ataturk. Dei circa 240 feriti, invece, 144 sono stati dimessi: ma continueranno a convivere con l'incubo di quelle ore di puro terrore. La pista principale – affermano le Autorità di Ankara – resta quella del DAESH. Non può non destare interrogativi, tuttavia, il fatto che al momento non sia giunta alcuna rivendicazione, da parte del Califfato: solitamente molto lesto – per ovvi motivi propagandistici - ad attribuirsi azioni di questo tipo. Sembra possibile una qualche connessione con le recenti svolte geopolitiche di Erdogan, che non solo ha riallacciato i rapporti diplomatici con Israele, ma sta tentando anche un riavvicinamento con Mosca. In mattinata – comunque - la polizia turca ha eseguito una serie di blitz nei covi di sospetti militanti – 13 i fermati -; mentre l'esercito ha annunciato di aver ucciso due presunti jihadisti, che cercavano di attraversare il confine. La notizia della giornata è tuttavia il presunto ritrovamento dei passaporti dei 3 kamikaze che hanno provocato la strage, mentre altri componenti del commando sarebbero riusciti a fuggire. Si tratta di un uzbeko, di un kirghiso e di un cittadino della repubblica russa del Daghestan. Si sgonfia, nel frattempo, quella che era stata definita dai media occidentali come la risposta statunitense all'attentato di Istanbul. Si era parlato infatti di un raid americano che avrebbe portato all'uccisione di almeno 250 combattenti del Califfato, in fuga dalla città irachena di Falluja. Il raid – a quanto pare – c'è stato, ma secondo alcune fonti – corroborate anche da video dell'azione – la parte del leone l'avrebbero fatta elicotteri di fabbricazione russa, in forza all'aviazione di Baghdad. Inoltre non si sarebbe verificato il giorno dopo l'attentato all'aeroporto, ma nella giornata di martedì, come confermato dalla stessa Ambasciata statunitense in Iraq.

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