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Nuovo filone giudiziario: si indaga sulla vicenda Sopaf-Cassa di Risparmio. Avvisi di garanzia a 10 ex amministratori

22 set 2014
Nuovo filone giudiziario: si indaga sulla vicenda Sopaf-Cassa di Risparmio. Avvisi di garanzia a 10 ex amministratoriNuovo filone giudiziario: si indaga sulla vicenda Sopaf-Cassa di Risparmio. Avvisi di garanzia a 10 ex amministratori
Nuovo filone giudiziario: si indaga sulla vicenda Sopaf-Cassa di Risparmio. Avvisi di garanzia a 10 ex amministratori - La travolgente azione della magistratura si arricchisce di un nuovo filone d'indagine, quello legato...
La travolgente azione della magistratura si arricchisce di un nuovo filone d'indagine, quello legato alla tormentata vicenda Sopaf-Cassa di Risparmio, per la quale è attiva anche la Commissione parlamentare d'inchiesta. Il tribunale ha inviato nei giorni scorsi 10 avvisi di garanzia ad altrettanti ex amministratori della Cassa di Risparmio. Ne ha dato notizia questa mattina il collega Antonio Fabbri del quotidiano “L'Informazione”.
10 avvisi di garanzia per gli ex vertici della Cassa di Risparmio. E' il primo risultato dell'intensa attività investigativa che sta impegnando la magistratura sammarinese su uno dei due filoni d'indagine aperti sulla vicenda: quello che intende fare chiarezza sulle accuse di “amministrazione infedele”. Si tratta di un reato societario lesivo del patrimonio sociale e si verifica quando gli amministratori di una società, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto o altro vantaggio, compiono o concorrono a deliberare atti di disposizione dei beni sociali, cagionando intenzionalmente alla società un danno patrimoniale. Un reato che viene imputato a chi esercita i poteri tipici degli amministratori, direttori generali o liquidatori. Una decisione che porterà a riaprire anche nel tribunale sammarinese la pagine della contorta vicenda Sopaf-Delta. Ma c'è un secondo filone, tutt'ora coperto dal segreto istruttorio, che si annuncia particolarmente dirompente, ed è quello che riguarda il negoziato per la cessione delle azioni Sopaf nel gruppo Delta. Una trattativa che ha registrato interessamenti anche da parte della politica, e prese di posizione contrastanti circa la richiesta di quello che si paventava come un “sovrapprezzo”, pagato poi sotto forma di consulenza alla Sopaf dei fratelli Magnoni. Una cifra considerevole al di fuori dall'accordo firmato nel 2009, nel quale la Cassa di Risparmio si impegnava a pagare ai Fratelli Magnoni circa 55 milioni di euro, contro una valutazione delle quote detenute dalla società milanese fra i 19 e i 22 milioni di euro, come stimato dal perito incaricato dal Tribunale della Repubblica. Nel maggio scorso i fratelli Magnoni, coinvolti nell'indagine giudiziaria della procura di Milano, sono finiti in carcere con l'accusa di “associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale”. L'inchiesta della magistratura milanese, innescata tra l'altro dalla rogatoria partita da San Marino, con la quale il Commissario della Legge Laura Di Bona chiedeva informazioni ai colleghi lombardi, ha consentito di tracciare i movimenti di denaro dell'operazione, costata alla Cassa 70 milioni di euro, di cui 15 milioni in “consulenze” mai ben chiarite. In questo secondo filone, il Commissario Di Bona sta valutando le possibili responsabilità penali per gli atti di corruzione. Agli atti, seocndo alcune indiscrezioni, ci sarebbe anche la registrazione di una conversazione avvenuta a Palazzo Begni con l'allora amministratore delegato, Mario Fantini, depositata al Tribunale di Forlì, titolare dell'inchiesta. Nulla al momento trapela, anche se ci si aspettano sviluppi importanti nei prossimi giorni.

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