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Braccio di ferro tra Anis e Csu

27 apr 2005
Braccio di ferro tra Anis e Csu
Anis e Csu hanno ingaggiato un braccio di ferro con accuse reciproche che vanno aldilà del 3,5 per cento di aumento chiesto dai sindacati da un lato e dall'altro la controproposta Anis, cioè il mantenimento del potere di acquisto, vale a dire circa il 2 per cento. Lo stesso per altri contratti siglati recentemente, dice Carlo Giorgi. “Bisognerebbe avere il coraggio di fare un contratto senza sciopero – per il segretario Anis, che richiama al senso di responsabilità necessario in questo frangente economico – sociale. Con un occhio soprattutto a quella che sarà la vera priorità del paese: la riforma previdenziale. Insomma un comportamento da formica in vista del futuro. Legare i futuri esborsi per le pensioni al contratto industria e’ pazzesco, per i sindacati che pensano già alle prossime iniziative e ammettono di aver dato delle disponibilità importanti in termini contrattuali'. 'Per esempio – ammette Enzo Merlini della Csdl -ul periodo di prova, interinale e assunzioni a termine. E questo a fronte di nessuna apertura dalla controparte'. Rivendicano anche un diritto all’informazione che non viene messo in pratica dalle aziende e cercano di portare al tavolo del confronto una associazioni industriali restia a sedersi senza il governo a fare da ago della bilancia. Egli imprenditori sono ben attenti anche a quanto accade nel vicino contratto pubblico. Il timore per Giorgio Felici della Cdls e’ che lo sciopero generale sia dietro l’angolo, insomma una crescente conflittualità tra le parti. Merlini ricorda come le 50 ore di sciopero siano già costate qualcosa come un terzo dello stipendio ai lavoratori. E contratti alla mano la richiesta del 3,5 triennale e’ di fatto minore alla richiesta nel settore pubblico, dove 60 euro + l’1,5 per cento, in uno stipendio medio, significa quasi il 4,5 per cento.

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