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Pensioni: le categorie economiche bocciano il “provvedimento stralcio”

15 feb 2008
Pensioni: le categorie economiche bocciano il “provvedimento stralcio”
Si preannuncia in salita il cammino del provvedimento stralcio, in materia pensionistica. Le categorie economiche, dopo l’incontro con il Segretario alla Sanità Mauro Chiaruzzi, lo respingono seccamente e – fatto piuttosto inconsueto – mettono nero su bianco la loro contrarietà in un comunicato congiunto. Le categorie evidenziano, in particolare, la mancaza di quantificazione precisa dei costi che però, secondo stime sommarie, potrebbero essere di circa 50 milioni di euro, in 15 anni.
Anis, Osla, Unas, Usc e Usot hanno dunque invitato il Segretario di Stato ad un profondo ripensamento sull’opportunità della legge chiedendo una riforma complessiva della legge sulle pensioni, la 157 del 2005, che rafforzi il primo pilastro e definisca la previdenza complementare.
Il provvedimento stralcio, presentato per ragioni di “urgenza, equità, solidarietà e sostenibilità”, interviene sulle ricadute previdenziali, relative al part time, alla mobilità e inabilità al lavoro, i contributi figurativi, il riscatto. Il sindacato, in un incontro delle settimane scorse, aveva avallato le parti relative alla pensionabilità della aspettativa post partum e alla solidarietà verso i lavoratori che perdono il lavoro poco prima dell’ingresso in pensione. Sono state invece espresse perplessità su part-time e disincentivi. Mentre su altri aspetti del provvedimento stralcio, come la revisione della gradualità nell’ingresso in pensione dei corpi di polizia anche il sindacato ha espresso contrarietà.

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