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Crisi ucraina: Erdogan annuncia l'intesa con Putin per la proroga dell'accordo sul grano. Frena il Cremlino

Sostanziale stallo, intanto, sui campi di battaglia. Kiev paventa attacchi nel settore di Kherson attraversando il Dnepr

14 lug 2023
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Con la consueta abilità, a Vilnius, aveva “monetizzato” al massimo il via libera alla Svezia nella NATO. Ma le recenti mosse di Erdogan – in particolare il rientro in Ucraina non concordato dei prigionieri del Reggimento Azov - parevano aver pregiudicato i rapporti con Mosca; azzerando, all'apparenza, le possibilità di sopravvivenza dell'intesa sul grano in scadenza il 17 luglio: unico concreto successo diplomatico, da inizio guerra. Ha sorpreso tutti, allora, il Presidente turco; annunciando oggi di essere d'accordo con Putin per una proroga. Fuga in avanti, a livello comunicativo, che ha spiazzato il Cremlino: già sotto pressione; visto anche l'affaire Prigozhin ed il malcontento che pare serpeggi in seno al cosiddetto “partito della guerra vera”. “Non abbiamo rilasciato alcuna dichiarazione su questo punto”, si è affrettato a precisare il portavoce Peskov. Poco prima era stato Blinken ad auspicare un rinnovo dell'accordo; complicando ulteriormente – di fatto - la posizione del Presidente russo sul fronte interno. Proprio il Segretario di Stato americano nelle scorse ore aveva presenziato al vertice dei Paesi del sud est asiatico a Giacarta. Presente, a debita distanza, anche Lavrov. Nessun saluto fra i due. Ma una fitta serie di incontri bilaterali per il Ministro russo; come a voler dimostrare che Mosca è tutt'altro che isolata.

Non è stato costruttivo”, ha dichiarato il suo omologo statunitense. Ma sono gli eventuali dietro le quinte che contano, in questa fase. Come in occasione del vertice dell'Alleanza Atlantica nella Capitale lituana. In un articolo del Washington Post si riferisce di reazioni irritate, della Casa Bianca, alle iniziali dure prese di posizione di Zelensky riguardo il percorso di adesione di Kiev. Sempre sul piano dialettico l'Ungheria conferma il proprio radicale scetticismo riguardo la strategia NATO, pur facendone parte. “Gli occidentali vogliono che la guerra continui”, ha tuonato Orban. Sul campo al momento un sostanziale stallo; gli ucraini rivendicano un'avanzata di neppure 2 chilometri nell'ultima settimana sul fronte sud verso il Mar d'Azov: la direttrice più strategica, ma irta di linee fortificate russe e campi minati. Ipotizzabile – per uscire dall'impasse - un attraversamento del Dnepr; in alcuni tratti infatti il livello delle acque è sceso in modo drastico dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka. In queste ore annunci di Kiev circa attacchi in preparazione nel settore di Kherson e nel saliente di Avdiivka, nel Donbass. Inscindibile il rapporto tra guerra guerreggiata e guerra psicologica.





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