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Medio Oriente: dopo l'attacco di Hamas è ormai guerra aperta tra Israele e milizie palestinesi

Improvvisa e gravissima escalation; pesante il bilancio parziale delle vittime. Dura reazione delle forze armate dello Stato Ebraico

7 ott 2023

Ormai è guerra aperta. Dopo l'attacco a sorpresa delle milizie palestinesi ogni scenario pare possibile; a partire da un'operazione di terra di Tsahal all'interno di Gaza. Spiazzate le cancellerie internazionali. Poi una serie di messaggi di condanna ad Hamas, con l'eccezione di Teheran, che si sarebbe invece congratulata. Parla invece di “precipizio pericoloso” l'ONU; e di “orribili” attacchi Washington, che assicura sostegno allo Stato Ebraico. Mentre le diplomazie di vari Paesi stanno contattando i propri concittadini. Situazione monitorata anche dalle Autorità sammarinesi; al momento gli Esteri non avrebbero ricevuto richieste di assistenza. Prologo del conflitto – perché di questo, de facto, si tratta – un violentissimo barrage di razzi, all'alba, da Gaza, che avrebbe saturato Iron Dome colpendo in profondità Israele. In contemporanea incursioni senza precedenti in città e villaggi vicini alla Striscia. In serata si contavano già 150 vittime israeliane. E parrebbe confermata la cattura di civili e militari, tenuti ora in ostaggio. L'obiettivo – ha tuonato il vice capo di Hamas – è “la nostra libertà e la libertà dei nostri luoghi santi”; incitati all'azione gli arabi di Israele e le nazioni confinanti. Partecipa ai combattimenti la Jihad Islamica. Dal Libano, invece, Hezbollah al momento smentisce i rumors di una partecipazione diretta. Ma in Israele sembra comunque forte la percezione di una minaccia esistenziale; tanto che le Opposizioni hanno fatto subito fronte comune. “Vinceremo”, ha assicurato Netanyahu, paventando una campagna militare “lunga e potente”. Il Ministro alla Difesa ha dato il via all'operazione “Spade di ferro”, con il richiamo di decine di migliaia di riservisti ed una serie di potenti strike su obiettivi di Hamas nella Striscia. Le autorità di Gaza hanno segnalato quasi 200 morti. Domani riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza ONU. Dopo la guerra in Ucraina, insomma, un nuovo incubo. “Escalation di violenza” seguita con apprensione dal Segretario di Stato Beccari. “Il primo pensiero – sottolinea – va alle vittime, soprattutto fra i civili”. Ricorda poi come il Titano sia sempre stato fra i Paesi alla ricerca di una distensione fra le parti; ripudiando l'utilizzo della forza come mezzo per affermare diritti. E alla luce dei sempre più frequenti scenari di conflitto nel Mondo pone l'accento sulla necessità di una “strategia globale per cercare di tornare a condizioni di dialogo”. Un pensiero, infine, ad un “grande amico di San Marino” come Padre Ibrahim Faltas di cui sottolinea il grande impegno umanitario. Anche il Vicario Generale della Custodia di Terra Santa – ricorda - si trova attualmente in zone di conflitto.





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