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Netanyahu al lavoro per formare una coalizione come alternativa al partito di Lieberman

29 apr 2019
Benjamin NetanyahuLa corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

In questi giorni di trattative convulse per formare il nuovo governo, il premier israeliano Netanyahu sta cercando di cooptare alcuni deputati del partito “Blu e Bianco” di Gantz per convincerli a unirsi alla sua coalizione come alternativa al partito di Lieberman, in modo da mettere insieme quei pochi seggi che gli ancora gli occorrono per ottenere la maggioranza in Parlamento. L’ex ministro Lieberman infatti aveva confermato il suo appoggio solo in cambio della legge sull’arruolamento dei religiosi nell’esercito (dal quale attualmente sono esonerati), altrimenti aveva garantito che il Paese sarebbe tornato di nuovo alle urne. E in queste ora ha confermato che non si piegherà alla proposta di esentare gli ebrei ortodossi dal servizio di leva, principale ostacolo alla formazione del governo. Una mossa che gli aveva conferito una certa considerazione anche a sinistra, accreditandolo non tanto quale ago della bilancia ma piuttosto come 'deus ex machina' per rendere vana la vittoria del Likud. Però la strategia del premier, di avvicinare alla destra alcuni centristi, potrebbe tagliare definitivamente fuori il leader del partito “Israel Beitenu” che si troverebbe a non avere più alcun ruolo di governo. Intanto Gerusalemme ha rilasciato due detenuti siriani in cambio dei resti di un militare israeliano caduto in Libano nell’82, recuperato dai russi in Siria e consegnato agli israeliani a Mosca. Non è un passo verso la normalizzazione dei rapporti con la Siria ma sottolinea l’importante ruolo di mediazione della Russia, ormai unica protagonista degli equilibri mediorientali. E Israele ha anche annunciato che sarà presente all’Expo 2020 di Dubai, malgrado l’assenza di relazioni diplomatiche. Gli Stati sunniti, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, si stanno avvicinando allo Stato ebraico ritenendolo un possibile alleato contro un Iran sempre più agguerrito.

Massimo Caviglia


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