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Ucraina: in movimento il fronte del Donbass. I separatisti annunciano l'inizio della battaglia di Sloviansk

Il punto sulla crisi ucraina. Dalla guerra guerreggiata alle schermaglie diplomatiche

9 giu 2022

Segnalati bombardamenti russi, e guadagni territoriali, a sud del saliente di Izium. A dimostrazione di come l'intero fronte del nord del Donbass sia ora in movimento. E' tuttavia da prendere con beneficio d'inventario, l'annuncio delle autorità separatiste di Donetsk, circa l'avvio della battaglia di Sloviansk. L'eventuale conquista di questa roccaforte ucraina, insieme a Kramatorsk, consentirebbe alle forze del Cremlino di dilagare verso il Dnepr; chiudendo sostanzialmente la “partita”. Ma vari analisti considerano l'obiettivo, al momento, fuori dalla portata di Mosca. E non solo per le pesanti fortificazioni intorno a queste due città; ma anche per la barriera naturale rappresentata dal vicino fiume Siverskyi Donets, che i russi ancora stentano a superare. Non è da escludersi, dunque, che con tali mosse si vogliano distogliere forze ucraine dal saliente di Severodonetsk, più a est, dove si continua a combattere; specie nella zona industriale, ancora tenuta dai soldati di Kiev – ormai in forte difficoltà -, e dove si sarebbero rifugiati centinaia di civili. Per molti aspetti – ha dichiarato Zelensky – il destino del Donbass si decide in questa città: pesantemente bombardata, insieme alla vicina Lysichansk. Da qui le pressanti richieste all'Occidente di armi a lungo raggio.

Scintille anche in campo diplomatico, specie sulla questione dello sblocco dei porti sul Mar Nero, per consentire il trasporto del grano. Secondo l'ambasciatore ucraino ad Ankara non è stato raggiunto alcun accordo concreto – ieri - nel vertice tra Lavrov e Cavusoglu. Anche perché Kiev chiede una serie di garanzie, specie su Odessa; ed il coinvolgimento di un dispositivo navale di Paesi alleati, a partire dal Regno Unito. Fumo negli occhi per il Cremlino; che invoca a sua volta proprie condizioni, come la rimozione di parte delle sanzioni. Richiesta fino ad ora considerata irricevibile dalle cancellerie occidentali, ma non dalla Turchia, che la ritiene “legittima”. E parrebbe possibilista, sul punto, l'ONU: chiamata dalle parti ad una mediazione. Il Segretario Generale Guterres sollecita infatti la ricerca di un accordo che consenta non solo l'esportazione sicura di prodotti ucraini attraverso il Mar Nero, ma anche “l'accesso senza ostacoli ai mercati globali per gli alimenti e i fertilizzanti russi”.





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