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Il discorso di Sergio Billè

2 apr 2004
Il discorso di Sergio Billè
Rispetto delle identità etnica, culturale e politica facendo perno sui valori della democrazia e del libero mercato. Questo serve all’Europa per poter essere ancora protagonista dello sviluppo dell’economia mondiale. In primo piano l’allargamento ad est: un altro motivo di interesse per le prospettive di sviluppo di un’area interessante, una volta cadute le barriere ideologiche e di comunicazione. Rafforzare l’identità politica e culturale: di questo ha bisogno una Europa che va allargandosi per fronteggiare la concorrenza delle economie emergenti. Poi la sicurezza: davanti all’acuirsi delle tensioni sulla scena internazionale l’Europa deve intraprendere una iniziativa non solo più forte, ma soprattutto coesa dal punto di vista politico. Raggiunta con Maastricht l’unità di mercato ora serve una reazione e una gestione politica comune degli avvenimenti internazionali. Sicurezza fondamentale perché legata al rilancio economico: e la crisi avviata con l’11 settembre 2001 deve trovare una soluzione politica concreta tra i tre agenti: Europa, Nazioni Unite e Stati Uniti. 202 i morti a Madrid – ricorda Billè - e solo ora Bruxelles si muove per trovare un coordinamento tra paesi europei nella lotta al terrorismo. Un ritardo che lascia perplesso. E lascia perplesso anche il mancato accordo sull’elaborazione di una costituzione europea. Italia e San Marino, vicini per vedute e principi: “ma solo restituendo sicurezza - dice Billè - tali principi saranno realmente difesi”. Una risposta politica in primis, poi quella economica: l’economia europea – osserva Billè – vive una fase di stagnazione e proprio dall’11 settembre 2002. Fermi i consumi l’occupazione, gli investimenti. La richiesta a Bruxelles: perché aiuti la ripresa dell’iniziativa attuando una svolta attesa da famiglie e imprese da tempo.

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