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Sm 3.0 - il pudore del silenzio mai?

11 ott 2012
Sm 3.0 - il pudore del silenzio mai?
Il giochino è bello quando dura poco, per cui sopportare qualche scappatella populistico demagogica ogni tanto ci può anche stare, ma dopo troppa insistenza si corre il rischio di diventare antipatici e anche un pò stantii. Leggo sulla stampa che San Marino 3,0 ha avuto l'ennesima vampata di genio dichiarando:"di voler basare l'operato delle scelte economiche sul principio della piena occupazione dei sammarinesi". E fin qui nulla da dire, ma come fare? Semplice, eliminando il frontalierato per cui:"Non siamo più in grado di mantenere a San Marino sei mila frontalieri". E' ora di finirla con questo pressapochismo di bassa lega foraggiando e instillando nella mente dei poveri di spirito pensieri che un popolo civile non può accettare mai. A parte la pochezza del progetto che non meriterebbe risposta se non fosse che la pazienza ha un limite e non si possono offendere "le persone" discriminandole solo per la loro cittadinanza. Io credo che i frontalieri che quotidianamente salgono sul nostro monte non vengano a divertirsi, bensì a "lavorare" e non certo a farsi mantenere come dice il nostro genio politico. Oltretutto la maggioranza di loro, vengono a fare lavori che i sammarinesi rifiutano perché, tra l'altro, siamo anche un pò viziati e mi ci metto anch'io nel bullirone. Per cui basta con la demagogia sterile che non tiene conto delle possibili conseguenze e ritorsioni, proviamo ad immaginare cosa potrebbe succedere se il nostro vicino - l'Italia - ci rimandasse a casa tutti i sammarinesi che lavorano in Italia; cosa dovremmo fare? Li mandiamo tutti presso la sede di San Marino 3,0 che gli trovate un lavoro voi? Da questa mia presa di posizione d'ufficio (assolutamente personale considerato che non penso, in questo periodo preelettorale di attrarre voti su di me in quanto i frontalieri non votano) vorrei che si valutasse come non tutti i sammarinesi abbiano questo tipo di mentalità contorta, un pò retrograda e di bassa manovalanza culturale. Rinnovando il mio rispetto per chi lavora con e per il nostro paese, rivendicando la nostra antica propensione all'ospitalità che da sempre contraddistingue la nostra Repubblica nella sua millenaria storia, mi auguro che ogni sammarinese si ribelli a certi atteggiamenti che ci squalificano agli occhi di chi, da fuori, ci guarda e ci giudica.

Augusto Michelotti

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