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Buona spedizione di San Marino alle Olimpiadi degli Scacchi

28 ago 2022
Buona spedizione di San Marino alle Olimpiadi degli Scacchi

Le Olimpiadi degli Scacchi sono una competizione a squadre per nazioni che si tiene ogni due anni sotto l’egida della FIDE, la Federazione Internazionale degli Scacchi. Ogni squadra è composta da un capitano e da quattro giocatori più una riserva, dichiarati con un ordine preciso che non può essere variato: di volta in volta partecipano all’incontro solo quattro giocatori, che incontrano gli avversari ciascuno su una scacchiera, a colori alternati. Perché è utile conoscere queste informazioni? Perché anche se gli scacchi sono uno sport individuale per eccellenza, in cui due menti sviluppano una battaglia di idee rinchiusa tra i quattro lati della scacchiera, le Olimpiadi sono l’evento scacchistico più amato e ambito e richiedono ai partecipanti una più complessa prestazione di squadra. Infatti, non è più sufficiente basare le decisioni sull’oggettività della posizione sulla propria scacchiera, ma bisogna decidere chi della squadra partecipa ad ogni incontro, con che colore, quali aperture adottare, a che risultato puntare in ogni partita, e poi, durante l’incontro stesso, prestare molta attenzione all’andamento dei compagni per prendere correttamente decisioni quali forzare, mantenere lo status quo oppure tentare l’avversario con qualche esca interessante. Insomma, il gioco a squadre richiede scacchisti molto attenti e flessibili! Veniamo infatti alla rappresentativa di San Marino, che ha schierato innanzitutto gli esperti Danilo Volpinari (Maestro FIDE, Elo FIDE 1955) ed Ezio Righi (Candidato Maestro FIDE, Elo FIDE 1912), rispettivamente alla 16esima e 17esima esperienza olimpica, più volte Campioni Sammarinesi a cadenza classica, rapid e blitz; Michele Piva, già presente alle Olimpiadi di Bled del 2002 e nuotatore olimpionico, Giancarlo Berardi (Elo FIDE 1757, alla nona Olimpiade) e infine Adrian Herrera, il più giovane, già vincitore di diversi titoli sammarinesi blitz. Con loro hanno viaggiato anche il capitano e allenatore della squadra, il Maestro italiano e FIDE Trainer Augusto Caruso, il Presidente della Federazione Sammarinese degli Scacchi ed ex atleta della nazionale Ivan Tabarini, presente per rappresentare San Marino ai Lavori Assembleari della Federazione Internazionale degli Scacchi, che quest’anno prevedevano l’elezione del nuovo Presidente FIDE. A completare la delegazione anche il Candidato Maestro e FIDE Instructor Giulia Tonel, nel ruolo di assistente tecnico e giornalista. La squadra di San Marino ha partecipato nella sezione Open (ad una squadra per la sezione Femminile si sta lavorando per le prossime Olimpiadi), partendo 154esima su 188 partecipanti; dopo i primi due turni piuttosto proibitivi, poiché i sistemi di sorteggio prevedono un primo assestamento delle classifiche facendo scontrare squadre con un notevole divario di forza: contro le fortissime compagini delle Faer Hoer e della Giamaica ci si aspettava almeno di perdere di misura, o al massimo per 3-1, ma improvvisamente i nostri hanno perso il filo della posizione e hanno così perso 4-0; sebbene sulla carta fosse previsto, alla fine un po’ di rammarico è rimasto e forse ha un po’ influenzato i turni seguenti. La prima fase di ripresa è giunta con il 2-2 al terzo turno contro la Dominica, sulla carta abbordabili, in preparazione della grande vittoria del quarto turno contro le Isole Vergini USA per 3-1. Il momento più difficile stava però per arrivare: uno degli obiettivi di questa tornata olimpica era infatti l’ottenimento del titolo di Maestro FIDE (MF) da parte di Ezio Righi, che con qualche problema di salute stava comunque reggendo la competizione... almeno fino a quel punto. Infatti contro il Myanmar (l’ex Birmania) è giunta una brutta sconfitta 4-0 ed anche Righi sembrava aver compromesso definitivamente la sua occasione, costretto al riposo anche alla partita seguente. Quinto turno così andato rovinosamente, in cui solo Danilo Volpinari, strenuo difensore della prima scacchiera per tutto il torneo, è riuscito ad incassare un punto ben giocato contro il Bhutan. Era forse la maledizione di qualche divinità indiana? Già in passato Righi aveva sfiorato questo traguardo, che per sfortunate coincidenze gli era sfuggito ... così il turno di riposo è stato dedicato alla visita della nostra squadra, un po’ acciaccata, all’antichissimo Tempio di Mamallapuram (VII - IX secolo) e le porte del torneo si sono riaperte. La reazione della squadra? Un netto 4-0 sulla Repubblica Democratica del Congo, attesa e capace di risollevare il morale e le sorti di tutti: da quel momento in poi, Righi non ha sbagliato più un colpo e ha vinto stabilmente 4,5 punti su 5 partite nella seconda metà del torneo, conquistando l’ambito titolo di MF. Ciò è stato possibile anche grazie alla grande tenuta di Piva, in seconda scacchiera, pronto ad incassare i colpi peggiori per permettere ai compagni di squadra di segnare i punti: è così che è continuato il torneo, rischiando di pareggiare contro la fortissima squadra del Barhein (ma perdendo poi 1-3) e pareggiando contro il Guernsey. Ultimi due turni sul Corno d’Africa: prima contro lo Djibuti 2-2, ma qui il risultato di squadra era subordinato, come dicevamo, all’attesa vittoria in quarta scacchiera di Ezio Righi che così con un turno di anticipo si è aggiudicato il meritato titolo di Maestro FIDE. Grande Ezio! Ma non è tutto, perché la squadra, dopo risultati apparentemente alterni, era in realtà in lizza per una medaglia olimpica di fascia: massimo impegno contro l’Eritrea per tentare un risultato altrettanto prestigioso. Il compito però era difficile, poiché la squadra africana ha dimostrato di essere in piena forma. Volpinari e Righi hanno retto bene e dopo ardua lotta hanno pattato in entrambe le scacchiere, lasciando la responsabilità ai due compagni di squadra: Herrera e Berardi non ce l’hanno però fatta, dunque risultato finale 1-3; è stata proprio l’Eritrea ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo del gruppo. Tutto sommato una buona spedizione dal punto di vista tecnico, considerato che uno dei due obiettivi è stato raggiunto e l’altro almeno sfiorato. L’importante, nelle Olimpiadi, è proprio la sportività, il legame che si crea con le altre nazioni, il buon nome del proprio Paese portato in giro per il mondo con orgoglio e con un sorriso: la magia si sente quando ti salutano amici di lunga data di Aruba o delle altre Piccole Nazioni, o anche il tripudio dell’intera sala da pranzo al rientro della squadra dello Zambia che è riuscita a strappare un punto e mezzo agli Stati Uniti, i favoriti all’oro olimpico... queste sono le cose che non hanno prezzo; né un aiuto nel tradurre i tentativi di una squadra vicina che non riesce a capirsi con l’arbitro indiano, né il bagno di folla degli spettatori entusiasti che accolgono tutti, assolutamente tutti, come star internazionali. Non è solo un’impressione: un bambino si avvicina a Danilo Volpinari, chiedendo trepidante un autografo, al che la nostra prima scacchiera accetta, rispondendo umilmente in inglese: “Certo, ma ci sono molti giocatori più forti di me qui attorno...” Interviene la madre, una bellissima indiana avvolta in un sari colorato, che sorride e replica: “Certo, ma anche tu sei qui, uno dei più forti del tuo Paese, e lo rappresenti!”. Qualche minuto dopo, quel bambino è sugli spalti, sogna di diventare anche lui un campione, e addita Volpinari giù nell’arena, indicando agli amici il forte giocatore straniero di cui ha ottenuto l’autografo. Tra un’intervista e l’altra, tutti chiedono di San Marino, vogliono scoprire dov’è, cosa si mangia, i prodotti tipici, cosa c’è da vedere, se vi si giocano tornei importanti. La spedizione è stata un successo o no? Giudicate voi, ma a Chennai, megalopoli della regione di Tamil Nadu, in India, San Marino si è comportata degnamente, con entusiasmo, sotto l’egida del motto FIDE, “gens una sumus”, condividendo con il resto del mondo la grande passione degli scacchi.

c.s.




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