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Il Comitato Sammarinese di Bioetica condanna la maternità surrogata, "nuova forma di schiavitù mascherata”

Pubblicato il documento: “Maternità e genitorialità. Strumenti bioetici per un contributo alla riflessione”

di Monica Fabbri
15 nov 2021
Il Comitato Sammarinese di Bioetica condanna la maternità surrogata, "nuova forma di schiavitù mascherata”

A fronte di questioni bioetiche fondamentali che investono vita, morte e relazioni primarie di ciascun essere umano, il Comitato Sammarinese di Bioetica ha voluto rispondere al mandato della Commissione Consiliare Igiene e Sanità, identificando un punto di equilibrio fra posizioni diverse fra loro, espressione di differenti sensibilità. Il fil rouge che attraversa il lavoro è costituito – si legge - dalla “valorizzazione della maternità e della genitorialità in tutti gli ambiti attraverso la lente della prospettiva bioetica, i cui principi conducono alla tutela dell’unico e irripetibile evento globale della nascita”. Il tema della maternità surrogata rappresenta un nodo fondamentale. Tale pratica si colloca – recita il documento - “in un gigantesco mercato mondiale per lo sfruttamento e la compravendita di esseri umani, in aperta violazione dei diritti fondamentali”. Il Comitato esprime dunque una netta condanna alla maternità surrogata, ritenendo quest’ultima “una nuova forma di schiavitù mascherata”, ed auspica che gli ordinamenti nazionali e internazionali intraprendano ogni azione giuridica per disincentivarla. Infine, sull’interruzione volontaria di gravidanza, l'approccio è stato puramente bioetico. Per l’ampiezza dei contenuti, le conclusioni e le raccomandazioni non sono contenute in un capitolo conclusivo ma espresse all’interno di ogni capitolo. “Ciascuno, nella società, è chiamato a diventare artefice della tutela e della valorizzazione della maternità e della genitorialità”. I decisori politici che devono tradurre in legge la volontà popolare espressa attraverso il referendum, “hanno il compito – scrive il Comitato di Bioetica - di rispettare tutte le sensibilità, in un difficile ma doveroso punto di equilibrio su questioni che coinvolgono così profondamente la coscienza di ciascuno”.




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