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La Reggenza visita le strutture del servizio disabilità e salute mentale

Ad accoglierla Casa la Rosa, Il Colore del Grano, Laboratorio Atelier e Il Libeccio

di Maria Letizia Camparsi
4 lug 2023

Ad accogliere per primi i Capitani Reggenti, Alessandro Scarano e Adele Tonnini, i ragazzi di Casa La Rosa: la mission della struttura è valorizzare l'autonomia dei giovani dopo gli studi, seguendo un percorso di integrazione al lavoro. Assieme a loro nella visita anche il segretario per la Sanità Mularoni e il Capitano di Castello di Borgo Maggiore Bollini. Apprezzato dalla Reggenza il "Progetto Viola" da poco avviato e rivolta ai minorenni che devono svolgere lavori socialmente utili: entrare in contatto con le fragilità dei disabili e prendersene cura li responsabilizza e così riabilitazione e inclusione sociale si uniscono. Al Colore del Grano i residenti formano una grande famiglia di tutte le età, che illustra gli spazi e le attività quotidiane. E poi un regalo per la visita gradita: dei fiori realizzati con i colori di San Marino. Organizzazione ed efficienza il loro punto di forza, sottolineano i Capi di Stato.

Ognuno ha il suo percorso dedicato al centro socio-occupazionale Laboratorio Atelier. Gli ospiti sono per lo più adulti e svolgono diverse attività, tra cui il disegno. L'espressione delle abilità artistiche diventa così un dono per ringraziare della loro presenza i Capitani Reggenti, che a loro volta apprezzano l'inclusività a 360 gradi. Anche quella dimostrata da diverse aziende, che accolgono queste persone e le integrano in uno spazio di lavoro dedicato assieme agli altri dipendenti.

Le visite reggenziali si sono concluse al Centro di psico-riabilitazione Il Libeccio. Interesse e curiosità dei Capi di Stato per le attività che si svolgono all'interno e all'esterno della struttura: tra cui corsi di artigianato. E proprio degli utensili da cucina diventano un omaggio per loro. A colpirli particolarmente, poi, lo sforzo degli operatori per raggiungere l'obiettivo finale: aiutare le persone a inserirsi nel tessuto sociale e vivere una vita normale in relazione con gli altri. A questo servono infatti i corsi di teatro e le gite: aprirsi al mondo esterno e socializzare.





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