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Marcia di Parigi: le riflessioni del giorno seguente

12 gen 2015
Marcia di Parigi: le riflessioni del giorno seguente
Marcia di Parigi: le riflessioni del giorno seguente
Parigi si risveglia il giorno dopo la grande marcia contro il terrorismo e guarda avanti, cercando di fare luce sulle ombre ancora presenti nei due tragici episodi di sangue dei giorni scorsi. "La caccia continua", assicura il premier Valls, perché si cercano i complici dei killer, e le 717 scuole ebraiche francesi saranno da oggi protette da 4.700 poliziotti e gendarmi. La testimonianza dell'uomo aggredito mercoledì sera con la stessa pistola usata da Amedy Coulibaly nel sequestro del supermercato kosher di Parigi, un jogger colpito mentre correva in un parco della periferia sud della capitale, avvalora la tesi di un altro complice dell'islamista. Il corridore, riferisce il quotidiano Le Parisien, in una dichiarazione rilasciata prima di cadere in coma per un'improvvisa emorragia, ha infatti parlato di un uomo di tipo europeo, non africano come Coulibaly, vestito di nero e con un giubbotto nero con il cappuccio. Fonti degli inquirenti, però, invitano alla cautela: "Bisogna restare prudenti su queste dichiarazioni", spiegano, ricordando l'ora tarda dell'attacco e lo shock vissuto dalla vittima.
Giovedì prossimo il segretario di Stato Usa Kerry sarà a Parigi e oggi smorza le critiche alla sua mancata presenza alla marcia: "sono sofismi", dichiara. Intanto dalla Turchia di apprende che la compagna del killer del supermercato ha attraversato il confine tra la Turchia e la Siria l'8 gennaio, dopo esservi giunta da Madrid il 2. Intanto in Nigeria altre due bambine kamikaze sono state utilizzate in un attentato contro un mercato nel nordest del Paese. Come nell'attentato a Maiduguri, le due piccole avrebbero avuto poco più di 10 anni. Le immagini provenienti dal nord della Nigeria dovrebbero bruciare la coscienza del mondo, dice il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake. Si parla di circa duemila persone innocenti, tra bambini, donne e anziani massacrate a Baga. Le parole da sole non possono né esprimere la nostra indignazione né alleggerire l'agonia di tutti coloro che soffrono questa violenza - conclude - ma le immagini degli ultimi giorni e di tutto ciò che comportano per il futuro della Nigeria dovrebbe spingere ad un'azione efficace. Non possiamo andare avanti così.

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