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Scuola, precari: "L' allegato 2 va abrogato", raffica di reazioni politiche

Venerdì il referendum indetto dai sindacati: il 75% dei votanti ha richiesto lo stralcio dal Contratto Collettivo

26 nov 2023

La scuola non ci sta e l'esito del referendum indetto dai sindacati tra i docenti precari e stabilizzati, in merito all'ormai famoso Allegato 2 della bozza del contratto collettivo per la PA, fa emergere la volontà - manifestata dal 75% dei votanti - di richiederne lo stralcio dal Contratto Collettivo. “Una decisione sofferta e necessaria - scrive in una nota una rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole Medie, Superiori e del CFP - finalizzata ad avviare – dopo lo stralcio - un confronto con la categoria su argomenti centrali quali procedure di assunzione e valutazione".

Al centro di un altro comunicato, a firma di insegnanti precari e stabilizzati in seconda fascia, emerge tra gli altri punti quello della retribuzione: “Come può essere possibile- si legge- creare discrepanze così importanti dal punto di vista remunerativo all’interno della stessa categoria?”. Una nota stampa che mette in fila una serie di problematiche fino ad ipotizzare una sorta di “sfiducia” nei confronti di una categoria “cui si chiede sempre di più ma che si sente screditata da chi ci governa”.

Sulla vicenda è intervenuta Rete che definisce l' approccio del governo regressivo e dettato dall'austerità. Poiché vede nel calo demografico non la necessità di investire maggiori risorse nella formazione, bensì la ghiotta possibilità di tagliare i costi del personale docente. “Invitiamo l’Esecutivo a tornare sui propri passi e a proporre una bozza di rinnovo contrattuale compatibile con gli indirizzi che il Consiglio ha approvato nel 2022 e rispettosa della dignità e della professionalità dei docenti”, conclude il movimento di opposizione.

Per il capogruppo di RF Nicola Renzi legare il rinnovo del contratto del pubblico impiego all’allegato 2, suona come “un goffo ricatto" il tentativo di mettere i dipendenti gli uni contro gli altri, cogliendo l’occasione di celare, dietro un aumento salariale, condizioni fortemente punitive per alcune categorie di lavoratori, come quella della Scuola, sul cui futuro e prospettive occorre aprire una discussione più generale”.

Assume infine valenza politica particolare la nota del consigliere PDCS Pasquale Valentini, che dai banchi della maggioranza si augura che torni di nuovo nelle sedi adeguate la discussione su una riforma “che snatura quelli che sono stati finora i requisiti e le regole di ingaggio degli insegnanti di ogni ordine e grado”





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