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11^ Conferenza dei Presidenti di Parlamento dei Piccoli Stati d’Europa San Marino, 21-22-23 marzo 2017

22 mar 2017
11^ Conferenza dei Presidenti di Parlamento dei Piccoli Stati d’Europa
San Marino, 21-22-23 marzo 2017
Dichiarazione comune adottata dai Presidenti di Parlamento dei Piccoli Stati d’Europa a conclusione della Conferenza tenutasi a San Marino il 22 marzo 2017


I Presidenti, o rappresentanti, dei Parlamenti del Principato di Andorra, della Repubblica di Cipro, della Repubblica d’Islanda, del Principato del Liechtenstein, del Granducato del Lussemburgo, della Repubblica di Malta, del Principato di Monaco, del Montenegro e della Repubblica di San Marino;
Riuniti a San Marino dal 21 al 23 marzo 2017 su invito degli Eccellentissimi Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino;
Ringraziano i Capitani Reggenti per aver voluto ospitare la 11a Conferenza dei Presidenti di Parlamento dei Piccoli Stati d’Europa;
Accolgono con favore la proposta del Principato del Liechtenstein di ospitare la dodicesima Conferenza dei Presidenti di Parlamento dei Piccoli Stati d’Europa;
Confermano l’importanza di questa iniziativa che, attraverso il rafforzamento dei contatti a livello parlamentare, consente una conoscenza reciproca sempre più approfondita delle particolarità dei Piccoli Stati europei;
Confermano altresì la necessità di proseguire questo confronto e lo sforzo per giungere a posizioni comuni affinchè queste particolarità, che rappresentano un “unicum” nella comunità degli Stati, possano essere tutelate pur nel perseguimento di una integrazione internazionale sempre maggiore;
Sottolineano infine l’importanza dei temi trattati e delle conclusioni sinteticamente di seguito riportate:

Sessione 1 - Situazione geopolitica e crisi umanitarie: ruolo e politiche dei Piccoli Stati
Prendono atto del fatto che il fenomeno migratorio indirizzato verso i confini europei non è destinato a concludersi rapidamente;
Esprimono grande preoccupazione per l’approccio che appare privo di una vera cabina di regia con cui i Paesi europei stanno affrontando questa problematica, soprattutto per le tensioni nazionalistiche, i populismi e la perdita di fiducia nell’Unione Europea che da tale approccio scaturiscono e ancor più per il rischio che alle persone che giungono nel nostro Continente non vengano riconosciuti i basilari diritti umani di cui l‘Europa è da decenni paladina;
Ritengono le proprie ridotte dimensioni un valore aggiunto per tentare di percorrere strade di integrazione avanzata, capaci di superare la ghettizzazione e di sviluppare sentimenti di affettività capaci di contrastare l‘insorgere di fenomeni di radicalizzazione nei migranti presenti nei nostri Paesi;
4. Credono utile avviare collaborazioni fra Piccoli Stati, anche all’interno dei contesti internazionali di cui fanno parte, per far sì che si diffonda la consapevolezza del problema migratorio, anche collegato ai mutamenti climatici, come fenomeno strutturale, per contrastare le cause all’origine delle migrazioni, in particolare la povertà, le disuguaglianze e i conflitti, e per sviluppare interventi strutturali per affrontare tale fenomeno in maniera più equilibrata ed equa, nel rispetto dell’identità culturale del contesto europeo e della tutela dei diritti umani delle persone coinvolte nei flussi;

5. Sottolineano l’importanza di prevenire la violenza di genere nei confronti dei migranti e di salvaguardare i diritti dei migranti minori non accompagnati.

6. Ribadiscono, in questo momento di crisi identitaria dell’UE, la necessità di compiere a livello europeo scelte capaci di tutelare le esigenze delle diverse realtà che la compongono.

Sessione 2 - Europa e Mediterraneo: poteri e limiti dei Piccoli Stati nei consessi internazionali
Constatano che, oggi come ieri, il ruolo che giocano le grandi potenze mondiali viene percepito quale nettamente superiore rispetto a quello riservato ai Piccoli Stati. Il motivo risiede nei criteri di forza degli Stati Sovrani: l’economia, la ricchezza, le risorse naturali e, non da ultimo, l’apparato militare. Ma c’è da chiedersi: questi criteri sono ancora compatibili con l’attuale funzione del diritto internazionale? La società internazionale oggi è fondata sul dialogo tra Stati democratici. E la stessa democrazia è – o meglio, dovrebbe essere – una garanzia contro il conflitto armato. Ma l’ideale democratico non può garantire automaticamente la pace perpetua;
Riconoscono che una pace sostenibile non può essere conseguita se le donne sono escluse dal dialogo e dai processi decisionali.

3. Prendono altresì atto che sono numerose le situazioni che dimostrano una crisi dei valori democratici quali deterrenti dei conflitti armati. Il ricorso alla forza è ancora il mezzo più popolare per l’affermazione della potenza nazionale, tanto che i principi di democrazia – di cui si fregiano alcune grandi potenze mondiali – rimangono in realtà lettera morta. Assistiamo a un inasprimento dei populismi nazionalistici, che vengono cavalcati da alcuni leader di potenze mondiali per giustificare politiche di esclusione e chiusura al dialogo tra i popoli, in netto contrasto con il trend di globalizzazione oggi inarrestabile;

4. Constatano le diverse esperienze culturali, istituzionali e ordinamentali degli Stati partecipanti, senza però individuare in tale diversità – determinata da motivi storici e geo-politici – un fattore discriminante; reputano anzi che i diversi percorsi intrapresi dai singoli Stati verso l’affermazione dei principi di democrazia e il rispetto, la tutela e la garanzia dei diritti umani fondamentali, costituiscano un’occasione di confronto e di crescita, nonché un arricchimento per tutti i membri di questa conferenza;

5. Condividono la consapevolezza dell’importanza dei più alti valori comuni agli stati di diritto, nell’ottica di un dialogo interstatuale, non solo tra i Piccoli Stati che hanno preso parte a questa conferenza ma altresì nelle sedi degli organismi internazionali di cui gli stessi fanno parte, reputando che il contributo di ciascun Paese, in tali consessi, non sia determinato da rapporti di forza, sul piano economico, commerciale e militare, bensì da elementi connessi a un percorso virtuoso, intrapreso a livello nazionale e internazionale, nell’affermazione e nella promozione dei principi di democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto;
Riconoscono l’importanza di politiche sensibili alle questioni di genere, nella consapevolezza di un chiaro legame fra l’uguaglianza di genere ed una democrazia efficiente e sottolineando l’importanza di una partecipazione attiva e paritaria nelle democrazie moderne – sia in ambito politico, economico e/o nella vita pubblica.

7. Si impegnano a individuare, in occasione dei futuri incontri fra i membri di questa conferenza, una sintesi comune tra le diverse esperienze nazionali, attraverso un dialogo improntato alla valorizzazione delle diversità; in particolare l’intento è quello di rafforzare la propria incisività nei consessi internazionali di cui i Piccoli Stati fanno parte, adottando una voce comune, nel confronto con gli altri Paesi, al fine di acquisire maggiore autorevolezza e peso nel confronto con quelle che oggi sono le più grandi potenze mondiali.

Sessione 3: Turismo e cultura fra storia, sovranità, arte e paesaggio: la cooperazione fra i Piccoli Stati
Constatano che i Piccoli Stati, pur nella limitatezza delle loro risorse umane e materiali, guardano al mondo forti di tradizioni e sovranità mantenute con orgoglio e tenacia e rinforzate da secoli di affrancamento dalle grandi nazioni vicine. Alla stessa maniera, il mondo li guarda con quel misto di ammirazione e curiosità che deriva dall’essere Stati che funzionano come gli altri in scala ridottissima, singolarità che seguita a circondare di fascino le loro comunità;

Constatano altresì che ogni momento della loro storia parla di quanto sia necessario preservare la sovranità dei loro governi e salvaguardare le loro istituzioni e al contempo di come sia indispensabile al mondo la presenza di piccole roccaforti di neutralità che possano garantire equidistanza e imparzialità;

Ritengono utile promuovere a tal fine iniziative diplomatiche, con il coinvolgimento di tutti i Piccoli Stati, atte a ospitare dialoghi e confronti sulle questioni che sono causa di conflitto fra gli Stati;

Ritengono fondamentale, nell’ambito dell’impegno di ogni piccolo Stato per la propria affermazione economica, valorizzare le uniche e inarrivabili bellezze che posseggono. In questo senso, una maggior cooperazione turistica potrebbe unire piccole entità dal punto di vista geografico in un grande disegno di unica attrattività, considerando la varietà culturale e paesaggistica dei Piccoli Stati;

Ritengono inoltre opportuno adoperarsi per rendere questi percorsi accessibili ai diversamente abili al fine di aggiungere un “marchio di qualità” alla loro cooperazione nel nome della cultura, della tradizione religiosa, dello sport e della unicità paesaggistica.

Condannano la distruzione ed il tentativo di distruzione della storia, della cultura, dell’identità e dei valori dei Paesi e dei popoli, anche quando si realizzano attraverso la devastazione del patrimonio culturale degli stessi, atti che dovrebbero pertanto essere trattati come crimini contro l’umanità.

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