Inquadrare i problemi che gravano sul Paese, spiegare alla cittadinanza le strategie messe in campo per cercare di arginarli e illustrare le prospettive per un nuovo sviluppo: sono queste le tematiche affrontate ieri sera nel corso della serata del ciclo “A porte aperte”, intitolata non a caso “Emergenza Paese: come se ne esce?”.
Un confronto diretto con la popolazione, che non si è lasciata sfuggire l’occasione di intervenire, fare domande e lanciare suggerimenti e anche qualche critica, ma tutte dal carattere costruttivo.
Roberto Giorgetti ha rotto il ghiaccio ricordando come i problemi del sistema economico sammarinese vengano da lontano.
“Prerogativa di questo Governo – ha spiegato – è stata da subito la volontà di affrontare i problemi e non nasconderli. I maggiori sono eredità non solo della crisi economica, ma anche di una gestione imprudente della concessione dei prestiti, che ha lasciato una serie di problemi, tra cui gli Npl, ossia i crediti difficili da fare rientrare. Da tempo sospettavamo che questi problemi in pancia alle nostre banche fossero molto consistenti, in particolar modo in Cassa di Risparmio, dove si sono associate le problematiche connesse alla finanziaria Delta. Come maggioranza abbiamo voluto vederci chiaro attraverso una ricognizione del sistema bancario, cosa che aveva spaccato la vecchia maggioranza della legislatura precedente. Per quanto riguarda Cassa di Risparmio, lo Stato ha deciso di intervenire massicciamente. Noi vogliamo fare sì che il nostro Paese possa uscire nel miglior modo possibile da una situazione che, se non affrontata con coraggio, rischia di portare con sé a fondo non solo il sistema bancario e finanziario, ma tutto il Paese. E ci sono esempi che ce lo dimostrano. Questo non vuole dire che non ci debba essere una ricerca delle responsabilità. Per questo ci lasciati perplessi quanto accaduto nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, quando le opposizioni hanno presentato un ordine del giorno proprio sulle azioni di responsabilità. Appena abbiamo detto che lo avremmo votato, lo hanno ritirato. A quel punto lo abbiamo ripresentato e votato come maggioranza, proprio perché è nostra intenzione ricercare i colpevoli di certi dissesti”.
Sul capitolo Npl Delta è intervenuto più specificatamente Luca Boschi.
“La prossima settimana – ha spiegato - il Paese dovrà prendere una decisione importante, quella relativa la vendita o meno del pacchetto di Npl del gruppo Delta. Un percorso che ci vede impegnati ormai da due anni. Questa decisione è una decisione tecnica, cioè che deve essere presa da Cassa di Risparmio con dati alla mano. Data l’importanza di questa vendita è entrato un altro livello, la politica. Il Consiglio Grande e Generale, a marzo, ha dato mandato alla Commissione Finanze per dare via libera a questa vendita perché ha una rilevanza importantissima sul Paese e sul nostro futuro. Oltre a queste due componenti c’è anche quella consulenziale, che ha fornito un parere ai tecnici. Entro il 26 di questo mese il Cda di Cassa di Risparmio deve dare il via libera o meno e questa risposta è attesa da oltre 90 banche italiane, che erano socie nel gruppo Delta. Noi abbiamo ritenuto sempre vantaggiosa questa vendita perché tutta una serie di advisor internazionali hanno certificato la bontà di questo iter. Ha iniziato nella scorsa legislatura il Fondo Monetario Internazionale con relazione Quill che dava mandato affinché venisse fatto un bilancio che evidenziasse le opacità. Il CdA Romito ha in effetti redatto un bilancio con queste svalutazioni, avvalendosi di alcune delle società di consulenza più importanti a livello internazionale. Poi c’è stato un cambio di CdA, quello attuale presieduto da Zanotti, che ha certificato quel bilancio, senza riprese di valore ma, anzi, con ulteriori svalutazioni. Recentemente è entrata in questo scenario un’ordinanza che sembrerebbe porre dei dubbi eventuali collusioni tra le due componenti, quella tecnica, cioè il Cda Romito, e la componente consulenziale. La cosa che non capiamo, di tutto questo teorema, è chi dovrebbe guadagnarci da tutto questo presunto complotto. Il nostro invito, in questa fase, è quello a concentrarsi sul valore di questo pacchetto. Siamo disponibilissimi a mettere in dubbio quella scelta, ma lo dobbiamo fare in maniera asettica e consapevoli che non procedere alla vendita porterebbe ulteriori criticità al sistema”.
Giuseppe Maria Morganti ha fatto notare come “all’interno di un Paese normale, chi fa stime prudenziali venga premiato, mentre chi le fa azzardate venga messo in discussione. In una banca, o comunque, in una società, questo significa valutare meno i cespiti, o tenerli in una stima molto vicina a quella che potrebbe essere la loro realizzazione di mercato. Questo è assolutamente necessario. A San Marino succede il contrario, viene additato chi usa la prudenza. Badate bene che questa prudenza non diventa un disvalore ma, anzi, probabilmente in futuro potrebbe diventare un valore come plusvalenza attiva. All’interno di questo quadro c’è il tema della ricapitalizzazione. Il famoso articolo 5 ter è stato immediatamente applicato quando sono emersi i dubbi sul bilancio, ha messo in sicurezza la banca per evitare che gli avvoltoi potessero approfittarsene. Ora le banche devono tornare a fare utili. Questa è la grande scommessa che abbiamo di fronte”.
Marica Montemaggi ha introdotto il tema delle prospettive del Paese.
“Nonostante la crisi finanziaria – ha spiegato -, nonostante la precarietà del bilancio pubblico evidenziata dall’operazione verità, la nostra economia sta reagendo. Abbiamo registrato anche un massimo storico nel valore occupazionale. Diminuiscono le imprese a zero dipendenti a aumentano quelle del settore manufatturiero. E’ chiaro, però, che dobbiamo aiutare le imprese a fare impresa. In questa direzione vanno tutti quegli interventi che ci permetteranno di sburocratizzare e velocizzare tutta una serie di meccanismi. Stiamo arrivando all’attivazione dello Sportello Unico, che dovrà partire a gennaio, è stata eliminata l’autorizzazione da parte di tutta una serie di commissioni politiche per fare impresa e si è ridotto il numero dei settori che necessitano di un nulla osta da parte del Congresso di Stato. Si sta lavorando sui comparti dell’innovazione tecnologica e del turismo, oltre ad una rivalutazione del nostro patrimonio, attraverso la ridefinizione del nostro Piano Regolatore”.
“Lo sviluppo parte dal sistema finanziario ma non solo – ha aggiunto Nicola Selva -. Ora dobbiamo puntare affinché la nostra economia diventi ancor più diversificata e diventi sempre più internazionale. Prima, però, dobbiamo passare per una serie di riforme necessarie per rimettere in sicurezza il bilancio dello Stato, che negli anni è stato tenuto in equilibrio attraverso la liquidità. Ora la liquidità non c’è più, dunque dovremo intervenire con una riduzione della spesa pubblica, con la riforma del sistema previdenziale. Tutto questo sapendo però che contestualmente si lavora per lo sviluppo del Paese. In quest’ottica è nata l’Agenzia per lo Sviluppo, che dovrà attirare le aziende che possono avere convenienza a investire a San Marino; un ruolo importante lo ricopre la San Marino Innovation, con la quale si sta cercando di puntare sulla blockchain, della quale San Marino potrebbe diventare un punto di riferimento per la sua velocità di realizzazione rispetto ad altri Paesi. In ambito turistico abbiamo presentato un nuovo piano strategico; in questo settore vorremmo rilanciare il turismo congressuale e abbiamo dato la possibilità agli alberghi di fornire servizi di intrattenimento. Piccole cose per puntare ad un turismo più stanziale”.
Cs Adesso.sm
Un confronto diretto con la popolazione, che non si è lasciata sfuggire l’occasione di intervenire, fare domande e lanciare suggerimenti e anche qualche critica, ma tutte dal carattere costruttivo.
Roberto Giorgetti ha rotto il ghiaccio ricordando come i problemi del sistema economico sammarinese vengano da lontano.
“Prerogativa di questo Governo – ha spiegato – è stata da subito la volontà di affrontare i problemi e non nasconderli. I maggiori sono eredità non solo della crisi economica, ma anche di una gestione imprudente della concessione dei prestiti, che ha lasciato una serie di problemi, tra cui gli Npl, ossia i crediti difficili da fare rientrare. Da tempo sospettavamo che questi problemi in pancia alle nostre banche fossero molto consistenti, in particolar modo in Cassa di Risparmio, dove si sono associate le problematiche connesse alla finanziaria Delta. Come maggioranza abbiamo voluto vederci chiaro attraverso una ricognizione del sistema bancario, cosa che aveva spaccato la vecchia maggioranza della legislatura precedente. Per quanto riguarda Cassa di Risparmio, lo Stato ha deciso di intervenire massicciamente. Noi vogliamo fare sì che il nostro Paese possa uscire nel miglior modo possibile da una situazione che, se non affrontata con coraggio, rischia di portare con sé a fondo non solo il sistema bancario e finanziario, ma tutto il Paese. E ci sono esempi che ce lo dimostrano. Questo non vuole dire che non ci debba essere una ricerca delle responsabilità. Per questo ci lasciati perplessi quanto accaduto nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, quando le opposizioni hanno presentato un ordine del giorno proprio sulle azioni di responsabilità. Appena abbiamo detto che lo avremmo votato, lo hanno ritirato. A quel punto lo abbiamo ripresentato e votato come maggioranza, proprio perché è nostra intenzione ricercare i colpevoli di certi dissesti”.
Sul capitolo Npl Delta è intervenuto più specificatamente Luca Boschi.
“La prossima settimana – ha spiegato - il Paese dovrà prendere una decisione importante, quella relativa la vendita o meno del pacchetto di Npl del gruppo Delta. Un percorso che ci vede impegnati ormai da due anni. Questa decisione è una decisione tecnica, cioè che deve essere presa da Cassa di Risparmio con dati alla mano. Data l’importanza di questa vendita è entrato un altro livello, la politica. Il Consiglio Grande e Generale, a marzo, ha dato mandato alla Commissione Finanze per dare via libera a questa vendita perché ha una rilevanza importantissima sul Paese e sul nostro futuro. Oltre a queste due componenti c’è anche quella consulenziale, che ha fornito un parere ai tecnici. Entro il 26 di questo mese il Cda di Cassa di Risparmio deve dare il via libera o meno e questa risposta è attesa da oltre 90 banche italiane, che erano socie nel gruppo Delta. Noi abbiamo ritenuto sempre vantaggiosa questa vendita perché tutta una serie di advisor internazionali hanno certificato la bontà di questo iter. Ha iniziato nella scorsa legislatura il Fondo Monetario Internazionale con relazione Quill che dava mandato affinché venisse fatto un bilancio che evidenziasse le opacità. Il CdA Romito ha in effetti redatto un bilancio con queste svalutazioni, avvalendosi di alcune delle società di consulenza più importanti a livello internazionale. Poi c’è stato un cambio di CdA, quello attuale presieduto da Zanotti, che ha certificato quel bilancio, senza riprese di valore ma, anzi, con ulteriori svalutazioni. Recentemente è entrata in questo scenario un’ordinanza che sembrerebbe porre dei dubbi eventuali collusioni tra le due componenti, quella tecnica, cioè il Cda Romito, e la componente consulenziale. La cosa che non capiamo, di tutto questo teorema, è chi dovrebbe guadagnarci da tutto questo presunto complotto. Il nostro invito, in questa fase, è quello a concentrarsi sul valore di questo pacchetto. Siamo disponibilissimi a mettere in dubbio quella scelta, ma lo dobbiamo fare in maniera asettica e consapevoli che non procedere alla vendita porterebbe ulteriori criticità al sistema”.
Giuseppe Maria Morganti ha fatto notare come “all’interno di un Paese normale, chi fa stime prudenziali venga premiato, mentre chi le fa azzardate venga messo in discussione. In una banca, o comunque, in una società, questo significa valutare meno i cespiti, o tenerli in una stima molto vicina a quella che potrebbe essere la loro realizzazione di mercato. Questo è assolutamente necessario. A San Marino succede il contrario, viene additato chi usa la prudenza. Badate bene che questa prudenza non diventa un disvalore ma, anzi, probabilmente in futuro potrebbe diventare un valore come plusvalenza attiva. All’interno di questo quadro c’è il tema della ricapitalizzazione. Il famoso articolo 5 ter è stato immediatamente applicato quando sono emersi i dubbi sul bilancio, ha messo in sicurezza la banca per evitare che gli avvoltoi potessero approfittarsene. Ora le banche devono tornare a fare utili. Questa è la grande scommessa che abbiamo di fronte”.
Marica Montemaggi ha introdotto il tema delle prospettive del Paese.
“Nonostante la crisi finanziaria – ha spiegato -, nonostante la precarietà del bilancio pubblico evidenziata dall’operazione verità, la nostra economia sta reagendo. Abbiamo registrato anche un massimo storico nel valore occupazionale. Diminuiscono le imprese a zero dipendenti a aumentano quelle del settore manufatturiero. E’ chiaro, però, che dobbiamo aiutare le imprese a fare impresa. In questa direzione vanno tutti quegli interventi che ci permetteranno di sburocratizzare e velocizzare tutta una serie di meccanismi. Stiamo arrivando all’attivazione dello Sportello Unico, che dovrà partire a gennaio, è stata eliminata l’autorizzazione da parte di tutta una serie di commissioni politiche per fare impresa e si è ridotto il numero dei settori che necessitano di un nulla osta da parte del Congresso di Stato. Si sta lavorando sui comparti dell’innovazione tecnologica e del turismo, oltre ad una rivalutazione del nostro patrimonio, attraverso la ridefinizione del nostro Piano Regolatore”.
“Lo sviluppo parte dal sistema finanziario ma non solo – ha aggiunto Nicola Selva -. Ora dobbiamo puntare affinché la nostra economia diventi ancor più diversificata e diventi sempre più internazionale. Prima, però, dobbiamo passare per una serie di riforme necessarie per rimettere in sicurezza il bilancio dello Stato, che negli anni è stato tenuto in equilibrio attraverso la liquidità. Ora la liquidità non c’è più, dunque dovremo intervenire con una riduzione della spesa pubblica, con la riforma del sistema previdenziale. Tutto questo sapendo però che contestualmente si lavora per lo sviluppo del Paese. In quest’ottica è nata l’Agenzia per lo Sviluppo, che dovrà attirare le aziende che possono avere convenienza a investire a San Marino; un ruolo importante lo ricopre la San Marino Innovation, con la quale si sta cercando di puntare sulla blockchain, della quale San Marino potrebbe diventare un punto di riferimento per la sua velocità di realizzazione rispetto ad altri Paesi. In ambito turistico abbiamo presentato un nuovo piano strategico; in questo settore vorremmo rilanciare il turismo congressuale e abbiamo dato la possibilità agli alberghi di fornire servizi di intrattenimento. Piccole cose per puntare ad un turismo più stanziale”.
Cs Adesso.sm
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