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Banca Centrale, Upr: "Finale amaro"

16 gen 2016
Banca Centrale, Upr: "Finale amaro"
Banca Centrale, Upr: "Finale amaro"
La partita intorno alla presidenza di Banca Centrale ha preso ieri una piega definitiva sulla quale è d’obbligo però fare qualche considerazione.

L’Ordine del giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale lo scorso giugno 2015, sostenuto anche da UPR era molto chiaro nell’indicare le tappe per giungere alla nomina di questa figura.

Unione per la Repubblica ha in questi mesi con pazienza e coerenza tentato di dare un modesto apporto affinché per la prima volta San Marino seguisse un processo trasparente e moderno per individuare la persona che avrebbe ricoperto un incarico così rilevante.

UPR è l’unica forza politica che in questi anni ha presentato un progetto di riforma di BCSM secondo le linee del FMI.

La selezione internazionale e il tavolo con tutte le forze politiche alla cui conclusione vi doveva essere un passaggio istituzionale in commissione finanze era un passaggio per UPR strategico.

Purtroppo nonostante alcuni segnali positivi c’è stato un finale amaro, con perplessità su alcuni passaggi seguiti dal governo.

Non ci riferiamo alla valutazione dei candidati di cui abbiamo potuto conoscere i nomi dalla stampa e esaminare i curriculum solo negli ultimi giorni. Facciamo un appunto sul metodo poco ortodosso con il quale il Segretario per le Finanze ha disvelato il 4 candidato, che di fatto sarà il nuovo presidente di Banca Centrale.

Annunci di abbandono last minute di candidati, nomi che con precisione chirurgica sono sempre stati svelati prima alla stampa che ai gruppi consiliari, sono le note stonate di una selezione che negli obbiettivi voleva fare la differenza con il passato e coinvolgere tutte le forze politiche.

Ci sono poi le dichiarazioni del Segretario di Stato per le Finanze, sempre onesto nella sue dichiarazioni che ieri in commissione nel descrivere il curriculum del quarto candidato ha candidamente ammesso:



“Ha un curriculum di tutto rispetto ma ha poca dimestichezza con la lingua italiana, la legge, la comprende, ma ha difficoltà nel capire discorsi complessi e parlare”.



Lasciamo ai cittadini ogni giudizio.

UPR non intende esprimere valutazioni sul futuro presidente di Banca Centrale, ne seguire le dichiarazioni un po’ provinciali di qualche esponente di maggioranza che passato dal culto della romanità ora sembra attratto dall’ossessione internazionale.

UPR ricorda che prima di correre occorre essere in grado di camminare e questo principio vale nella vita come nelle scelte politiche.

Il sistema finanziario oggi è in un equilibrio precario a causa di fattori esterni ma anche per l’assenza di politiche serie, strutturali e di prospettiva elaborate dal governo.

Il quadro che si troverà davanti il futuro presidente di BCSM è desolante.

Nonostante gli annunci ottimistici di qualche partito la più antica e importante banca del paese è ancora in mezzo al guado in una situazione complessa, nella quale l’effettivo socio di maggioranza, ossia lo stato, è annichilito e inerte a fronte di decisioni rilevanti, indicate anche dal Fondo Monetario Internazionale.

Ricordiamo poi che per sostenere le banche a fronte delle crisi degli ultimi anni sono state concessi sgravi fiscali rilevanti sul cui effettivo ammontare è complesso fare delle stime certe.

Interventi necessari, per tutelare i risparmiatori, non sorretti però da un piano strutturale di rilancio e di ricollocazione dell’intero sistema.

UPR a pochi giorni dalla nomina del Presidente di BCSM ritiene necessario un piano di sviluppo per il sistema bancario, considera strategico e non più eludibile attuare una serie di interventi per rilanciare il più importante istituto di credito del Paese e chiudere anche con situazioni che rischiano di nuocere pesantemente all’immagine e alla stessa reputazione della banca che non è di proprietà dei propri dirigenti o dei partiti politici ma un patrimonio dell’intera collettività.

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