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Brexit, Marco Podeschi (Upr): "Non saremo immuni allo shock finanziario"

26 giu 2016
Marco Podeschi
Marco Podeschi
L’esito del referendum in Inghilterra ha scatenato reazioni e commenti di ogni tipo. E’ normale, la decisione dei cittadini britannici di uscire dall’Unione Europea apre uno scenario nuovo con esiti non prevedibili per gli equilibri geo politici mondiali. San Marino, pur non essendo membro della UE non è esente da quanto avverrà nelle prossime settimane.
San Marino adotta come valuta nazionale l’euro, San Marino sta da tempo introducendo nel proprio ordinamento le disposizioni comunitarie e stiamo trattando un accordo di associazione.
Cambierà qualcosa anche per noi?
Sicuramente si. La timida risposta del Segretario di Stato Valentini sulle ipotesi di rallentamento negoziato con la UE è decisamente diversa da quella di un movimento di maggioranza che incita il governo a intensificare i rapporti con la Gran Bretagna prossima all’uscita dall’Unione Europea.
Posizione tempestiva e interessante anche alla luce dell’anniversario che si celebra ogni anno il 26 giugno a San Marino.

Marco Podeschi – presidente gruppo consiliare Unione per la Repubblica:

“Mi auguro che il governo e le autorità competenti riferiscano presto su le ipotetiche ricadute dell’uscita dell’Inghilterra dalla UE. Il negoziato in corso con l’Unione è il problema minore in questo momento. Il settore finanziario sarà sottoposto a uno shock dal quale non saremo immuni.
Risposte che devono arrivare presto nelle sedi competenti, senza la necessità di presentare interpellanze. La BREXIT unita alla delicata congiuntura nel settore finanziario sammarinese, aumenta in UPR la preoccupazione di entrare in una fase molto delicata.
Il dossier Cassa di Risparmio è fermo: Fondo Monetario Internazionale e Consiglio Grande e Generale possono anche aspettare. Sul resto del sistema le uniche informazioni pubbliche arrivano dai dati della raccolta bancaria al 31 dicembre con 700 milioni di euro persi in 10 mesi.
Del resto si sa poco o nulla. Crediti di imposta, impatto dei NPL (non performing loans) sullo stato del sistema – informazioni vaghe, non supportate da dati. Lo Stato ha sostenuto il settore bancario con interventi diretti e indiretti per centinaia di milioni di euro. L’assenza di informazioni pubbliche sul tema è un fattore negativo, anche in relazione alla stabilità del bilancio dello Stato, altro tema su cui è calato un silenzio tombale. Il governo ha la responsabilità politica e morale di dire spiegare cosa sta accadendo e di dire al Consiglio Grande e Generale se intende ancora governare oppure se è già in modalità elettorale.
Il governo non ha riferito degli effetti post voluntary disclosure, il governo non dice se ci sono istituti di credito in difficoltà. Il governo omette di dire se si continuerà a intervenire a oltranza per sostenere il settore finanziario verso il quale non ha elaborato nessuna politica. Il governo infine non dice se gli istituti bancari oggetto di intervento pubblico procederanno a fusioni o trasformazioni societarie, sostenute da denari pubblici.
Nel 2014 UPR ha votato con convinzione un ODG sul sistema finanziario, se fosse stato messo in pratica avrebbe evitato i disastri di questi due anni.
E’ una colossale presa in giro parlare di trasparenza e best practice internazioni e poi se si sfiora il tema banche o bilancio pubblico scatta l’omertà, i silenzi, gli omissis.
I cittadini devono essere resi edotti di quanto sta accadendo, ci sono centinaia di milioni di ragioni perché si faccia definitiva chiarezza.
Sono stanco e deluso dell’atteggiamento del governo, poco serio considerando lo stato del Paese lanciato verso le elezioni politiche – senza avere la benché minima cognizione dello stato della finanza pubblica e del sistema bancario”.

Comunicato stampa
Marco Podeschi - Upr

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