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GDC: "Oro: riserva per il nostro futuro?"

7 mar 2023
GDC: "Oro: riserva per il nostro futuro?"

L’Agenzia di Rating Fitch ha valutato lo stato di salute del nostro sistema economico-finanziario confermando il precedente Rating BB con outlook stabile. Emergono segnali positivi in quanto risulta evidente come Fitch riconosca alla nostra Repubblica gli importanti miglioramenti, grazie a un settore manifatturiero orientato all’esportazione, fonte di crescita fondamentale, e un settore turistico che ha presentato dati e numeri in notevole crescita, superando abbondantemente i precedenti livelli del 2019. Ad influire sui giudizi favorevoli di Fitch, rispetto all’ultima revisione, i miglioramenti del settore finanziario sammarinese che ha segnato sostanziali progressi nei livelli di redditività, di liquidità e capitalizzazione, pur continuando a soffrire di un elevato livello di NPL per il quale si rimane in attesa, nei prossimi mesi, degli effetti che prudurra` l’attuazione della legge sulla cartolarizzazione dei crediti. Un risultato atteso ma non scontato e soprattutto necessario, visti anche gli impegni che il Governo dovrà affrontare nei prossimi mesi, in particolare il rifinanziamento del prestito internazionale, la riforma dell’IGR e la definizione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, per il futuro economico e sociale del Paese. Un giudizio in linea con quello precedentemente espresso dal FMI durante l’ultima visita di settembre che ribadiva la ritrovata credibilità del nostro sistema economico- finanziario nei confronti dei mercati internazionali. La conferma del rating deve pero` fungere da sprono per attualizzare e concretizzare gli investimenti per il nostro futuro. La domanda piu` sponteanea che possiamo porci, riguarda quali investimenti possono fungere da riserva con una prospettiva di crescita e mantenimento di potere d’acquisto? Sicuramente l’oro ha rappresentato per secoli uno strumento per la misura del valore dei beni e per questo motivo è stato utilizzato come mezzo di pagamento in molte antiche civiltà e come strumento di riserva per molti Stati. Questa proprietà è legata alla sua scarsità, commutandolo come elemento molto raro in natura. Secondo le più recenti analisi, fino ad oggi sono state estratte circa 183.600 tonnellate, mentre ne resterebbero ancora circa 50.000 da estrarre, con una riduzione costante del numero di nuove miniere. L’oro è un efficace strumento di copertura contro eventi avversi. Il prezzo del metallo prezioso tende infatti ad aumentare nei momenti in cui gli operatori finanziari percepiscono un alto livello di rischio, come durante escalation militari o crisi finanziarie. In questi scenari, gli strumenti finanziari con un alto livello di rischio, come le azioni o fondi di investimento, tendono a registrare consistenti ribassi, mentre l’oro tende ad aumentare di prezzo. Pertanto, la presenza di un adeguato ammontare di oro nei portafogli finanziari garantisce una protezione contro situazioni rischiose. Inoltre, l’oro garantisce un presidio contro eccessivi aumenti dell’inflazione, poiché tende a preservare il proprio valore nel tempo. Inoltre, a differenza delle valute, il metallo giallo non può essere svalutato o perdere valore in caso di crisi di fiducia. In questo senso, in situazioni di crisi valutarie, una banca centrale può utilizzare l’oro come garanzia per ottenere prestiti o vendere sul mercato per acquistare la valuta domestica e sostenerne il valore. Tuttavia, l’oro comporta anche costi finanziari, come la conservazione in termini di sicurezza e custodia. Va considerato, tuttavia, che altri titoli di debito con proprietà di copertura simili sono anch’essi caratterizzati da un elevato livello di rischio. Riguardo le nazioni, i più grandi detentori di oro sono gli Stati Uniti con 8.133 tonnellate, seguiti da Germania e Italia messe assieme. Tuttavia, nonostante quest’ultima sia l’ottava economia più grande del mondo in termini di Pil, l’Italia ha la terza riserva monetaria aurea a livello mondiale con 2.452 tonnellate. Francia, Russia e Cina seguono subito dopo con riserve che superano le 2.000 tonnellate. Durante l’anno della pandemia, 2020, i paesi che hanno aumentato di più le proprie riserve auree sono stati Turchia e India con un incremento rispettivamente di 45,5 e 41,6 tonnellate. Altri paesi che hanno aumentato la loro quantità d’oro sono Emirati Arabi (35,1 tonnellate), Russia (27,3 tonnellate) e Qatar (14,4 tonnellate). In questo contesto la nostra piccola Repubblica dove e come potrebbe collocarsi? Ma cosa succederà nel 2023? L'oro sarà ancora un buon investimento? La risposta a queste domande è complessa e dipende da molti fattori. Tuttavia, non è sufficiente guardare solo al contesto economico globale per valutare se l'oro sia un buon investimento nel 2023. Bisogna anche considerare l'andamento del prezzo dell'oro nel corso degli ultimi anni e le previsioni degli analisti di mercato. Negli ultimi anni, il prezzo dell'oro è stato abbastanza volatile, con una crescita costante dal 2016 al 2020, seguita da una leggera flessione nel 2021. Tuttavia, analisti prevedono una ripresa del prezzo dell'oro nel 2023, soprattutto considerando il fatto che molte economie stanno ancora lottando per riprendersi dalla pandemia e dalle conseguenze dei conflitti. In questo contesto per San Marino l'oro potrebbe essere un interessante investimento, cercando un'alternativa ai mercati tradizionali diversificando il proprio portafoglio riducendo di conseguenza il rischio sistemico sugli investimenti. Perche` come afferma l’FMI “occorre approcciarsi seriamente al 2023 con strategie concrete per il futuro della Repubblica”, ovvero tramite la gestione del debito e consci di aprirci ad una nuova opportunità di mercato ed investimenti tramite la conclusione dell’accordo di associazione all’Unione Europea. A tal proposito occorre non farci più trovare impreparati consci di quanto è stato il passato.

c.s. Emanuele Cangini (membro della direzione dei GDC)




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