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Reddito di sostentamento agli ultracinquantenni, una misura umiliante e discriminatoria

15 mag 2019
Reddito di sostentamento agli ultracinquantenni, una misura umiliante e discriminatoria

Si è tenuto ieri un incontro con il Segretario Zafferani sugli emendamenti all’assestamento di bilancio - predisposti dalla stessa Segreteria di Stato Industria e Lavoro - riguardanti gli incentivi alle imprese che investono e il reddito di sostentamento per i disoccupati ultracinquantenni. In via preliminare la CSU ha ancora una volta fortemente contestato il metodo, in quanto non è possibile discutere provvedimenti così importanti e corposi - composti da molti articoli - solamente pochi giorni prima della loro discussione in Consiglio (il provvedimento andrà in seconda lettura consiliare all'inizio della prossima settimana). Una contestazione condivisa da tutte le organizzazioni sindacali e datoriali presenti all'incontro. Il confronto si è concentrato in particolare sugli interventi a favore dei disoccupati ultracinquantenni. La configurazione del provvedimento non è per nulla condivisibile: in primo luogo, se l'obiettivo è il sostegno alle persone e alle famiglie in difficoltà, è inaccettabile fare distinzioni e discriminazioni in base all'età anagrafica, dato che vi sono molti cittadini anche di altre fasce di età che vivono in precarie condizioni economiche. Inoltre, per la CSU è inaccettabile e oltremodo umiliante il fatto che il Segretario di Stato si ostini a non voler toccare la completa liberalizzazione delle assunzioni, che ha limitato fortemente le opportunità di lavoro per i cittadini sammarinesi e residenti, prevedendo al contempo - quale parziale compensazione - forme di sostegno economico per gli ultracinquantenni che non trovano lavoro. Il sindacato non è certo contrario a interventi di sostegno per le persone in difficoltà economiche; basti pensare che interventi come il credito sociale e il fondo straordinario di solidarietà sono stati richiesti e ottenuti dalla stessa CSU, e si tratta di strumenti che vanno comunque ampliati e potenziati, per fare fronte alle necessità dei cittadini in difficoltà. Ma gli interventi di sostegno devono essere usati, per i lavoratori, quando il lavoro non è possibile trovarlo. In sostanza, il Governo da un lato continua con la scelta di far decidere alle imprese chi assumere senza alcun filtro, mentre dall’altro, prendendo atto del fallimento relativo all’obiettivo di occupare i residenti, non ritiene di fare altro che “accontentarli” attraverso sostegni economici! È un vero e proprio paradosso. Le persone chiedono lavoro, non sussidi! A riprova di detto fallimento, i dati di marzo 2019, rispetto a marzo 2018, confermano che l'incremento occupazionale che si è registrato, pari a oltre 500 unità, riguarda quasi esclusivamente lavoratori provenienti da fuori territorio, peraltro assunti con inquadramenti bassissimi (sui dati occupazionali torneremo con una specifica comunicazione nei prossimi giorni). Lo scorso anno, la Segreteria di Stato ha aumentato gli incentivi per le donne e gli ultracinquantenni, attraverso il decreto n. 80/2018, ma questo non ha prodotto nessun risultato apprezzabile, tanto che il numero dei disoccupati in senso stretto, ovvero 950 persone, è rimasto inalterato rispetto ad un anno fa. A questo proposito, durante l’incontro è emerso che alcuni di loro non lavorano da molto tempo, come a significare che in realtà non abbiano interesse a trovare occupazione. A noi, invece, viene segnalato spesso che non ricevono alcuna comunicazione relativa alle offerte di lavoro. La CSU ha chiesto di non procedere con questo provvedimento, il quale ha necessità di essere approfondito e modificato, e soprattutto continua a chiedere con forza di superare rapidamente la liberalizzazione delle assunzioni, ripristinando la priorità, nell’accesso al lavoro, per i cittadini sammarinesi e residenti.

CSU


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