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RETE: il nostro contributo per definire maggiore responsabilità e sanzioni più severe per chi gestisce i rifiuti

1 mar 2021
RETE: il nostro contributo per definire maggiore responsabilità e sanzioni più severe per chi gestisce i rifiuti

Con l’intenzione di scongiurare che, in futuro, si ripresentino contingenze come quelle della ditta Beccari, è stato avviato un gruppo di lavoro per modificare l’attuale Codice Ambientale, per risolvere un vuoto normativo e per agire con tutte le opportune azioni a tutela dell’ambiente e a garanzia dello Stato. È stato introdotto l’obbligo di presentare una fidejussione a garanzia di eventuali danni ambientali o fallimento delle aziende, definendo la figura del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti che dovrà vigilare sulla corretta applicazione della normativa e assicurare l’organizzazione dell’impresa. RETE ha potuto dare il proprio contributo per definire maggiore responsabilità e sanzioni più severe per chi gestisce i rifiuti; sancire la responsabilità del produttore di rifiuti all’interno del “codice ambientale” il cui obiettivo è la tutela e la salvaguardia dell’ecosistema, è un ottimo risultato raggiunto dal movimento. Con lo sguardo agli obiettivi dell’Agenda 2030, sono stati numerosi gli interventi in materia di sviluppo sostenibile raggiunti con una migliore definizione dei sottoprodotti e delle materie prime seconde. A mezzo del “Catasto” viene garantita la tracciabilità dei “sottoprodotti”, cioè gli scarti del processo produttivo di un’impresa che vengono riutilizzati da altre aziende come materiale per dare vita a un prodotto nuovo. Nel contempo, per la materia prima seconda si traccerà la destinazione del rifiuto che, opportunamente lavorato e reimmesso sul mercato, potrà diventare la materia prima di un’altra impresa. Materiali, quindi, che saranno destinati al riutilizzo, con l’esclusione del recupero energetico, ma che dovranno avere i requisiti previsti dal codice ambientale per diventare un bene con un valore di mercato e non qualificati come rifiuto. RETE esprime soddisfazione per il confronto avviato dalla Segreteria al Territorio e la Segreteria agli Interni su una norma che è di pubblico interesse e che, troppo spesso, è stata utilizzata per interventi di deroga o di interpretazione personale spacciati come “sviluppo economico”. Dal momento che la politica deve definire le norme di tutela dell’ambiente a garanzia del territorio e della salute dei cittadini, crediamo che l’indirizzo volto a compensare le mancanze dell’attuale codice ambientale non fosse più rinviabile.
 Movimento RETE


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