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La Segreteria di Stato all’Industria si esprime in merito al progetto di legge sullo sviluppo

16 mar 2017
La Segreteria di Stato all’Industria si esprime in merito al progetto di legge sullo sviluppo
Crediamo sia giusto cercare di ristabilire la realtà delle cose rispetto al progetto di legge sullo sviluppo.
Il programma di Governo reso noto dalla coalizione Adesso.sm per i primi 6 mesi di legislatura, conteneva, fra gli altri, i seguenti testuali impegni:
• dare alle imprese la possibilità di assumere la persona che si ritiene più idonea, definendo un quadro di incentivi e disincentivi che favoriscano l’assunzione di lavoratori residenti e di categorie deboli;
• sviluppare un piano di incentivazione fiscale e contributiva per le imprese già esistenti, legata alla messa in campo di comportamenti virtuosi (occupazione interna, investimento in ricerca e sviluppo, innovazioni in campo ambientale ed energetico, ecc...)
• creare una forma di residenza senza costi per il welfare pubblico dedicata ai piccoli
investitori che aprono un’impresa a San Marino e occupano lavoratori residenti in territorio;
• rafforzare gli incentivi al part-time imprenditoriale, cioè la possibilità di avviare un’impresa mantenendo a part-time la propria occupazione.
E siccome la coalizione Adesso.sm ha promesso di cambiare il metodo di Governo, ha inteso partire dal rispetto degli impegni che si è presa con gli elettori. Sembra una cosa strana ma dovrebbe essere la normalità.
La prima parte della normativa riguarda l’attuazione del punto 1 e, parzialmente, del punto 2 summenzionati.
L’obiettivo è dare all’impresa la possibilità di assumere velocemente il lavoratore che desidera, fosse anche un non residente, dando la possibilità a chi investe a San Marino di assumere le proprie risorse umane già fidelizzate, eliminando la burocrazia collegata, la necessità di fare colloqui inutili che fanno perdere tempo e denaro alle aziende, la discrezionalità della Commissione Lavoro nell’esame dei ricorsi e tante altre cose. Indiscutibilmente elementi che favoriscono lo sviluppo e gli investimenti: perché la discrezionalità e l’incertezza uccidono l’impresa.
Abbiamo inteso contemporaneamente inserire elementi vantaggiosi a livello fiscale e contributivo a sostegno delle imprese che assumono lavoratori residenti (prevedendo sconti fiscali crescenti al crescere del numero di residenti assunti) ed un maggiore costo a livello contributivo per l’impresa, il cui importo è oggetto di discussione, qualora si assumano lavoratori non residenti.
Ma - cosa che stranamente tutte le voci critiche che si sono sollevate hanno omesso - il maggiore costo, oltre ad applicarsi solo per i nuovi assunti, sarebbe sostenuto dall’impresa solo qualora i non residenti siano in numero superiore al 30% dei lavoratori assunti. Tale soglia, che è oggetto di valutazione, è praticamente pari al rapporto non residenti / residenti presente oggi nel nostro settore privato, in base ai dati dell’Ufficio di Statistica: quindi, si può desumere, sufficiente a dare risposta alle esigenze di professionalità esterne delle imprese.
In tal modo le imprese guadagnano tempo, hanno certezza delle condizioni economiche e giuridiche con cui assumono, possono scegliere il lavoratore che desiderano: crediamo che questo sia indiscutibilmente un miglioramento delle condizioni anche per chi, pur non risiedendo, decide di lavorare a San Marino e per l’impresa stessa.
Contemporaneamente però lo Stato mette in atto una politica di sostegno all’occupazione interna quanto mai necessaria, basata su un meccanismo molto più certo e chiaro di quello odierno.
Politica che ovviamente andrà accompagnata da molti altri interventi, a partire dalle politiche di formazione su cui la Segreteria, come noto, ha già dato precisi indirizzi agli uffici preposti.
Se poi qualcuno pensa che uno Stato come il nostro non possa porre in essere politiche di sostegno all’occupazione interna, o che lo possa fare esclusivamente coi meccanismi inefficaci di oggi, è legittimo. Ma secondo noi non è la strada giusta.
Il tema della liceità del progetto di legge visto in rapporto agli attuali e futuri obblighi internazionali della Repubblica di San Marino è stato adeguatamente approfondito con il Professor Baratta, consulente giuridico della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Ci è stata argomentata a livello giuridico la coerenza del progetto di legge con l’attuale quadro istituzionale internazionale mentre, rispetto all’Accordo di Associazione, gli aspetti relativi alla libera circolazione delle persone non sono ancora stati affrontati in sede negoziale.  
La discussione è aperta sugli aspetti concreti della normativa. Il Governo è ovviamente disponibile a ragionare sulle proposte di modifica che arriveranno dalle parti, oltre che dall’aula consigliare, una volta che il progetto sarà avviato all’iter di legge. Ugualmente, il Governo è intenzionato a confrontarsi lealmente con la vicina Italia sui reali contenuti di questa norma e sulle migliori modalità per tutelare le forze lavoro residenti in un quadro di uguali condizioni normative per tutti i lavoratori.
Nei prossimi giorni parleremo degli altri punti della norma e del loro impatto sul possibile sviluppo futuro del paese.

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