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Su: Speranze infrante, mediterraneo come terra di nessuno

20 apr 2015
Su: Speranze infrante, mediterraneo come terra di nessuno
I numeri dell’ultima tragedia del Mediterraneo lasciano sgomenti: le 700 persone di cui si parlava ieri sono già aumentate a 950 di cui oltre 200 donne e 50 bambini secondo le testimonianze dei pochi superstiti.
Persone prima che numeri, persone che stanno scappando, che stanno cercando un riscatto, una possibilità che nel loro Paese non trovano, vuoi per la guerra, la fame, la discriminazione razziale.
Scappano per sopravvivere.
Scappano, ma prima del mare c’è il deserto, ci sono i trafficanti che quando va bene li fanno imbarcare e quando invece guadagnano di più li vendono ai terroristi che li decapitano o li usano per rivendere i loro organi o li rendono schiavi.

Prima di qualsiasi commento pensiamo a queste persone e mettiamoci nei loro panni. Sono migranti in fuga, come lo siamo stati noi in passato.

L’Europa deve fare molto di più, tanto quanto l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati perché stragi come queste non accadano. L’operazione “Triton” non è mai stata sufficiente e quindi servono nuovi interventi più massicci e più partecipati.

A San Marino, il Segretario Lonfernini ha fatto una dura critica all’Europa e al fatto che stiamo intavolando la trattativa per gli accordi di associazione: noi, come Sinistra Unita, abbiamo sempre ribadito il fatto che serva un’Unione Europea di cooperazione, di popoli, ma restando isolati, le nostre sono solo parole al vento.

La comunità internazionale deve fare di più ma davanti a questa ennesima tragedia, la più grande fino ad oggi, le polemiche devono azzerarsi e chi di dovere iniziare a lavorare per trovare una soluzione e dare delle risposte.


Sinistra Unita

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