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Unindustria preoccupata per situazione Carim

2 ott 2015
Unindustria preoccupata per situazione Carim
La Giunta di Unindustria Rimini, riunitasi martedì 29 settembre, fra i vari temi
trattati ha concentrato la sua attenzione sullo stato di Banca Carim.
Le notizie recentemente apparse sulla stampa confermano che la situazione
risulta essere sempre più preoccupante. Una preoccupazione che viene da lontano tanto che in occasione dell’elezione del CDA e degli organi di Banca Carim la nostra Associazione si impegnò, con la presentazione di una propria lista di candidati, per contribuire alla formazione degli organi stessi con l’intento di dare un contributo concreto per il rafforzamento e lo sviluppo della Banca. Una scelta fatta senza che ci fosse assolutamente nessuna forma di protagonismo da parte dell’Associazione e dei singoli imprenditori, ma motivata, con la scelta di professionisti di lunga esperienza ed autorevolezza bancaria, da un pieno spirito di servizio avendo a cuore esclusivamente il successo e la crescita di Banca Carim. Con la verifica ispettiva, Banca d’Italia non ha sanzionato Banca Carim, ma ha richiesto un aumento di capitale dell’ordine di 100 milioni di euro. Il cambio di direttore generale e le dimissioni di Giuseppe Savioli dal collegio dei sindaci revisori sono tasselli che dimostrano lo stato di difficoltà in cui versa l’Istituto.
Tutto ciò ci spinge a sollecitare Fondazione Carim, in quanto maggior azionista,
affinché studi una strategia a medio e lungo termine, trasparente e lungimirante,
fondata sulla ricerca di un partner con il quale si possano stringere alleanze/aggregazioni per garantire un futuro di crescita per la Banca.
Sottolineiamo anche in questa occasione che gli imprenditori sono molto sensibili
al tema del credito non solo perché è fondamentale per portare avanti le proprie
attività, ma anche perché è determinante per lo sviluppo dell’economia del
territorio che non può prescindere dal suo buon funzionamento per il quale
Banca Carim ha svolto e dovrà continuare a svolgere un ruolo da protagonista.
Nel ribadire la nostra preoccupazione, confermiamo altresì che il mondo delle
imprese rimane disponibile ad essere coinvolto per trovare, unitamente alla
Fondazione, la via per superare questa empasse.

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