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Upr: sul rafforzamento patrimoniale Carisp serviva più confronto

12 ott 2015
Upr: sul rafforzamento patrimoniale Carisp serviva più confronto
La sessione consiliare appena terminata ha focalizzato il dibattito sul progetto di legge “Modifiche alla Legge 23 dicembre 2014 n.219 e Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2015”.

Inevitabilmente l’attenzione si è concentrata su gli articoli 23, 24, 24, 25 emissione di titoli di debito pubblico, operazione finanziaria con la quale il governo ha l’obbiettivo di reperire 102 milioni di euro.

A distanza di 2 anni governo e maggioranza tornano a percorrere la strada dell’emissione di titoli di debito pubblico con un’operazione che se conclusa porterà a sfiorare i circa 200 milioni di titoli di debito pubblico, di cui circa 125 milioni destinati al rafforzamento patrimoniale della più grande banca della Repubblica di San Marino.

Facciamo questo piccolo inciso di natura contabile poiché UPR non si è sorpresa di quanto proposto dal Governo.

Siamo però rimasti stupiti di come si sia accuratamente evitato di dare informazioni o rispondere a sollecitazioni pubbliche sull’argomento e si ritenga sufficiente una riunione di qualche ora, fatta senza alcuna evidenza materiale, per spiegare un complesso intervento finanziario che riguarda la prima banca del paese e il bilancio dello stato.

Ricordiamo, solo per memoria, che il 24 maggio alla vigilia del dibattito in seduta segreta sullo stato del sistema finanziario UPR aveva detto in un comunicato stampa:

“Si parla sempre con più insistenza di fusioni, riduzione di personale e stranamente nessuna menzione sulle condizioni della più antica e grande banca della Repubblica destinataria di 85 milioni di euro nel dicembre 2013 destinati al “Finanziamento per il rafforzamento patrimoniale della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A.” (Delibera Congresso di Stato n. 1 – 17/12/2013). Zero informazioni sullo stato del PPR e se quanto suggerito dal FMI sulla governance sarà attuato”.

UPR non ha messo in discussione ne nella riunione dello scorso mercoledì a Palazzo Begni, ne negli interventi in Consiglio Grande e Generale i dati relativi al bilanci della banca oggetto dell’intervento, documenti contabili che ricordiamo sono depositati e approvati da collegio sindacale, società di revisione e autorità di vigilanza.

Ci sembrano quindi un po’ pretestuose e fuori luogo le dichiarazioni di qualche consigliere di maggioranza, che forse in piena trance agonistica, ha scambiato l’ordine del giorno sottoscritto da UPR e da Civico 10 e Sinistra Unita come una messa in discussione dei numeri.



“Sarebbe stato sufficiente leggere il documento – afferma il presidente del gruppo consiliare UPR Marco Podeschi – avere una relazione di Banca Centrale sul tema e svolgere un’audizione in seduta segreta del Coordinamento della vigilanza non mi sembra un atto destabilizzante, anzi sarebbe servito per avere dati, informazioni, valutazioni dall’autorità tecnica come accade in ogni paese normale. 125 milioni di euro non sono noccioline, soprattutto per un paese in piena recessione economica con un sistema finanziario in forte difficoltà. A questo aggiungo la mia personale percezione che questa operazione sia già stata decisa da tempo fuori dall’aula, prendendo le distanze dalle indicazioni del Fondo Monetario Internazionale. La bocciatura dell’OdG era un fatto politicamente prevedibile visto lo “straordinario” spiegamento di forze della maggioranza con pesanti soccorsi esterni arrivati anche dall’opposizione. Questa situazione però ne ha provocata inevitabilmente un’altra, forse più negativa in senso generale. Sul tema CARISP governo e maggioranza hanno deciso unilateralmente di abbandonare l’atteggiamento dialogante con l’opposizione tenuto su Banca Centrale, voluntary disclosure, corpi di polizia, Unione Europea e commissione d’inchiesta Cassa di Risparmio. Ne prendiamo atto, come prendiamo atto che governo e maggioranza navigano a vista sulle sorti del sistema finanziario senza progetti, rispondendo in modo passivo alle richieste economiche degli istituti di credito mettendo se serve anche da parte le indicazioni FMI. Una “sintesi il più possibile condivisa” – come dichiarato dal capo gruppo del PSD Giovagnoli andava trovata in Consiglio e non liquidata in una dichiarazione dopo la seduta consiliare che inevitabilmente lascerà degli strascichi nei rapporti politici perché se come dice Luigi Mazza “tutti vogliono sostenere CARISP” posizione che condivido, non capisco le ragioni di questo atteggiamento a tratti, mi si passi il termine quasi aggressivo.”

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