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I migranti lasceranno l'Aquarius, verso Valencia con due navi italiane

12 giu 2018
SOS Mediterranée
SOS Mediterranée
Anche unità italiane porteranno nel porto spagnolo di Valencia i migranti dell'Aquarius, che ha a bordo 629 persone. Il loro trasferimento sarà assicurato nella massima sicurezza possibile, spiega la Guardia costiera italiana, grazie al trasferimento di una parte di loro su una unità delle Capitanerie e una della Marina.

Quattro donne incinte che si trovavano sulla nave Aquarius sono state portate ieri a Lampedusa. Il portavoce del partito di maggioranza francese En Marche del presidente Emmanuel Macron attacca: La posizione del governo italiano sui migranti "è da vomitare". Timmermans: "L'Italia lasciata per troppo tempo da sola, ma faccio fatica a spiegarlo". Secondo Madrid l'Italia "rischia responsabilità penali". A Noto, nel Siracusano, sbarco di 53 migranti.







Ieri, di fronte al rifiuto di Malta e dell'Italia di accogliere Aquarius, si è era fatta avanti la Spagna. "È nostro dovere contribuire ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone", aveva detto il neo premier Pedro Sanchez. Per raggiungere la penisola iberica occorrono però diversi giorni di navigazione ed è inoltre previsto un peggioramento meteo. Da qui la decisione di mettere a disposizione due imbarcazione sulle quali saranno trasferiti i migranti prima di affrontare il viaggio verso Valencia.




Interviene sull'argomento anche il presidente della Camera, Roberto Fico, secondo cui è giusto attivare un percorso di solidarietà europea nella gestione dei flussi migratori: "La solidarietà deve essere di tutti i Paesi europei - ha detto a Napoli a margine di un appuntamento sull'acqua pubblica - devono esserci quote proporzionali distribuite in modo equo secondo calcoli giusti. È quella la direzione. Una solidarietà condivisa europea. Io ringrazio la Spagna che ha fatto un gesto di solidarietà e i Paesi del Mediterraneo devono essere uniti nel chiedere una politica differente dell'Europa. E penso che si dovrà andare a parlare sui tavoli europei del Regolamento di Dublino".



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