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New York: torna la paura nella "Grande mela"

18 set 2016
New York - forte deflagrazione nel quartiere di Chelsea. Numerosi feriti.
New York - forte deflagrazione nel quartiere di Chelsea. Numerosi feriti.
Nessuno dei 29 feriti ha riportato gravi conseguenze, a causa dell'esplosione, tanto che – in giornata – tutti sono stati dimessi. Ma quanto avvenuto ieri sera, nel cuore di Manhattan, ha gettato l'America, almeno per qualche ora, nel panico. L'impressione è che si sia trattato di un attacco coordinato; anche se – almeno per il momento – il Governatore di New York Andrew Cuomo afferma che non esista prova di un collegamento con il terrorismo internazionale. Già nel pomeriggio le forze dell'ordine avevano dato notizia di una bomba esplosa in un cassonetto sul circuito di una maratona, in New Jersey, a favore dei marine. Poi, intorno alle 20.30, una nuova, potente detonazione nel quartiere di Chelsea: zona elegante, ed affollata, della città. L'ordigno era nascosto in un cestino metallico dei rifiuti. La deflagrazione ha messo in fuga la gente, e tra le urla sono subito intervenute decine di ambulanze e mezzi dei pompieri. A poca distanza è stato poi trovato un secondo ordigno rudimentale, molto simile a quello utilizzato a Boston nel 2013. Giornata nera, per gli Stati Uniti. Mentre nelle strade della Grande Mela regnava il caos, al Palazzo di Vetro – dove domani inizierà l'Assemblea Generale – era in corso un drammatico Consiglio di Sicurezza convocato d'urgenza dalla Russia. Poche ore prima, infatti, aerei statunitensi avevano bombardato le postazioni dell'esercito siriano nei pressi di Deir el-Zor: località assediata da anni dai tagliagole dell'ISIS. Nello strike sono rimasti uccisi almeno 80 soldati, e subito dopo miliziani del DAESH sono partiti all'offensiva. “Siamo giunti alla spaventosa conclusione – ha detto Mosca - che la Casa Bianca difende l'Isis”. “Si è trattato di un errore” - ha risposto Washington, ma a questo punto, la fragile tregua annunciata nei giorni scorsi in Siria, appare in forte pericolo. E c'è anche chi sostiene che quanto avvenuto sia frutto di una faida tra il Pentagono e Kerry, tanto che l'ambasciatore russo all'ONU ha dichiarato che il raid è stato “intenzionale”. Resta il fatto che il bombardamento ha avvantaggiato non poco l'ISIS. Quello stesso ISIS che, proprio oggi, ha rivendicato l'attacco avvenuto in un centro commerciale del Minnesota. Un uomo – che inneggiava ad Allah - ha accoltellato 8 persone prima di essere ucciso dalla Polizia. L'impressione è che tutto ciò possa avere un peso nella volata finale delle Presidenziali americane.

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