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Uno scudo fiscale sammarinese potrebbe far rientrare 800 milioni depositati all'estero

17 gen 2014
Uno scudo fiscale sammarinese potrebbe far rientrare 800 milioni depositati all'esteroUno scudo fiscale sammarinese potrebbe far rientrare 800 milioni depositati all'estero
Uno scudo fiscale sammarinese potrebbe far rientrare 800 milioni depositati all'estero - Nella ricerca di nuove entrate per riequilibrare i conti dello Stato, il Governo potrebbe giocare un...
Nella ricerca di nuove entrate per riequilibrare i conti dello Stato, il Governo potrebbe giocare una carta ritenuta da molti sostanziosa. Al momento è solo un abbozzo di idea, un embrione, una suggestione che però sembra raccogliere via via più consensi. Un'ipotesi che parte da una constatazione: se l'Italia ha messo in atto i suoi scudi fiscali per il rientro dei capitali all'estero, perchè mai San Marino non potrebbe fare la stessa cosa? In effetti i governi di Roma sulla leva delle regolarizzazioni in materia tributaria e penale, meglio noti come scudi fiscali, ha agito più volte negli ultimi anni. Il primo provvedimento porta la data del 2001, e in quell'occasione rientrarono in Italia 65 miliardi di euro, che per effetto di una tassazione del 2,5%, produssero per l'erario italiano un gettito pari a 1 miliardo e 600 milioni. Nel 2003 lo scudo bis, che di miliardi ne riportò in Italia 12 e mezzo. Nelle casse dello Stato entrarono 500 milioni di euro, l'aliquota era del 4%. Poi lo scudo Ter, che porta la data del 2009, quello per intenderci, subìto pesantemente da San Marino. 85 i miliardi rientrati, diventati 104 con la proroga al 2010, e quindi con lo scudo quater. Un gettito complessivo di 5 miliardi e 600 milioni di euro. Ora Roma sta pensando ad uno scudo quinquies e dunque ad una quinta operazione per recuperare gettito fiscale facendo rientrare i capitali degli italiani all'estero. Secondo alcune stime, non ufficiali, ci sarebbero però anche capitali sammarinesi detenuti all'estero. Si calcolano oltre 800 milioni di euro, depositati in larga misura in banche italiane, ma anche in alcuni istituti di credito svizzeri e nelle casse di banche austriache. Considerati gli accordi sottoscritti per lo scambio di informazioni, non sarebbe neppure tanto difficile appurare la reale presenza di questi depositi, almeno in Italia. Se il Governo decidesse di emettere il primo scudo fiscale sammarinese, e di tassarlo, ad esempio, al 5%, il possibile gettito per l'erario della Repubblica, si collocherebbe vicino ai 40 milioni di euro. Una cifra di tutto rispetto che andrebbe a coprire il deficit dello Stato. Ma il rientro di questi capitali andrebbe anche a rafforzare significativamente la liquidità generale degli istituti di credito della Repubblica, e questo avrebbe sicuramente effetti positivi anche sull'intero sistema. Almeno così affermano i sostenitori dello scudo fiscale del Titano.

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