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12 novembre 2003: l'Italia ricorda la strage di Nassiriya

12 nov 2019
12 novembre 2003: l'Italia ricorda la strage di Nassiriya

L'Italia ricorda i caduti di Nassiriya, cittadina nel sud dell'Iraq dove aveva la base del contingente inviato dopo la guerra a Saddam Hussein. Il 12 novembre di 16 anni fa un camion cisterna carico di esplosivo piomba sul Comando dell'Italian Joint Task Force. Un Carabiniere di guardia all'ingresso, spara e uccide due kamikaze impedendo che il camion esploda all'interno e che le proporzioni della tragedia siano ancora più grandi, ma la deflagrazione, con un terribile effetto domino, fa saltare in aria anche il deposito munizioni. Nell'attentato muoiono 19 italiani: 12 carabinieri, 5 soldati e due civili. Cadono anche 9 iracheni. 58 persone restano ferite.

I militari italiani sono oggi in Iraq nel quadro della missione Prima Parthica, che opera nell'ambito dell'operazione internazionale per fornire assistenza e addestramento alle forze irachene che stanano le ultime, mai completamente sopite, realtà del Daesh, l'autoproclamato Califfato. L'Iraq è ancora tutt'altro che pacificato e in queste ultime settimane ci sono manifestazioni antigovernative che sono le più imponenti dal 2003, quando il regime di Saddam Hussein crollò dopo l'intervento militare Usa.

Nella foto, un soldato si aggiusta l’elmetto, davanti alla base sventrata: è lo scatto simbolo della strage di Nassiriya realizzato dalla fotoreporter Anya Niedringhaus, premio Pulitzer 2005 come giornalista di guerra in Iraq, uccisa in Afghanistan da un talebano con addosso la divisa delle forze di sicurezza governative nel 2014.


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