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Ambientalisti “hardcore”, parte la “ribellione” in diverse città del mondo

Ad aprile gli attivisti di Extinction Rebellion avevano bloccato il cuore di Londra

di Filippo Mariotti
6 ott 2019
Foto: Oxford Mail
Foto: Oxford Mail

"Ci saremo per chiedere che si dica la verità, dichiarando lo stato di emergenza ecologica e climatica e si prendano misure immediate per azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2025". Questo l'appello degli attivisti italiani di Extinction Rebellion, gruppo ambientalista radicale che, a differenza del Fridays For Future, punta ad azioni eclatanti come lo sciopero della fame, indetto per martedì 8 ottobre in piazza di Monte Citorio a Roma. Con questo digiuno collettivo, scrivono, Extinction Rebellion Italy aderisce al progetto internazionale “Global Climate Hunger Strike” che in tutto il mondo vedrà migliaia di persone rifiutare il cibo in segno di protesta, ma anche per dare una dimostrazione simbolica del reale rischio causato dalla crisi climatica ed ecologica: carestie, insufficienza delle risorse e fame.

L'iniziativa, sottolineano, si inserisce nella Settimana di Ribellione internazionale che, dal 7 al 13 ottobre, vedrà la protesta degli attivisti nelle maggiori città del mondo. Ad aprile Extinction Rebellion si era fatto conoscere dal mondo bloccando il cuore di Londra, con manifestazioni e atti di resistenza clamorosi che avevano portato a un migliaio di arresti. Ora promettono di fare il bis. La polizia della capitale britannica, riferisce il Guardian, ha già arrestato otto persone che pianificavano di provocare disordini a Westminster. Nella capitale inglese avevano occupato i principali snodi del traffico, si erano incatenati a edifici e vagoni della metro, avevano occupato mezzi pubblici, paralizzando la città. Stavolta, con un tam tam propagato sui social network, sperano di allargare la protesta anche altrove.


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