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Annegato a Rimini, la procura apre un fascicolo. Si indaga sul cantiere delle fogne

La famiglia dell'uomo deceduto ha presentato un esposto. Forse una correlazione con i lavori in mare. Hera: "Zona interdetta alla balneazione"

7 lug 2020
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Sulla morte per annegamento di un riminese di 69 anni avvenuta lo scorso 24 giugno, la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Il pm, Luca Bertuzzi, ha disposto l'autopsia sul corpo della vittima, inviando anche la Capitaneria di Porto a fare un sopralluogo. Si dovrà infatti capire se vi sia una correlazione tra l'episodio di annegamento e i lavori per le fogne nelle acque del mare prospicienti piazzale Kennedy, dove era avvenuto il decesso. Secondo alcuni bagnini di salvataggio vi sarebbe infatti una fossa profonda tra i 5 e i 7 metri, forse formatasi a causa del cantiere e che cambierebbe anche la corrente marina. Per questo l'avvocato della famiglia del 69enne ha presentato un esposto in Procura.

L'uomo, come aveva ricostruito la stampa locale, stava passeggiando ad una settantina di metri dalla riva, anche per facilitare il recupero da un recente intervento chirurgico. Quando la moglie lo ha sentito annaspare nell'acqua. A quell'ora del mattino non era ancora presente il salvataggio, così sono stati il bagnino e ed un passante a tuffarsi. Il mare, molto mosso, ha rallentato le operazioni, al punto che anche i soccorritori hanno rischiato di annegare. Quando altri bagnini sono usciti col moscone, per l'uomo non c'era più nulla da fare.

Sulla vicenda interviene anche Hera, precisando che "la zona nella quale sono in corso i lavori di posa delle condotte sottomarine è segnalata e delimitata da boe, nonché interdetta alla balneazione e al transito dei mezzi marittimi. Dai rilievi eseguiti non risultano anomalie del fondale al di fuori di tale area".


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