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Autonomia differenziata e premierato: le due sfide per il 2024 di Giorgia Meloni

5 gen 2024

Il 2024 si presenta come un anno difficile, impegnativo sia sul fronte della politica interna che su quello dei rapporti tra Roma e il governo di Bruxelles. Palazzo Chigi dovrà proseguire sul percorso delle riforme annunciate: premierato e autonomia differenziata innanzitutto. Temi osteggiati dalle opposizioni ma cari alle due principali forze di governo, Fratelli d’Italia e Lega, che però su - questi dossier - registrano sfumature diverse: ad esempio sui rapporti tra palazzo Chigi e Quirinale, per quanto riguarda il premierato, e sull’equilibrio tra Roma e le Regioni, per quanto riguarda l’autonomia.

Difficile concertazione tra due riforme che nascono da due spinte distinte e, per certi versi, contrarie: dare più potere a chi governa a Roma e, allo stesso tempo, rendere le Regioni italiane meno dipendenti dallo Stato. Una composizione difficile, soprattutto in clima elettorale, determinato dal voto sul rinnovo del Parlamento Europeo che ci sarà a giugno.

L’Europa. L’altro grande esame del governo Meloni è quello dei rapporti con Bruxelles: dopo l’intesa sul nuovo Patto di Stabilità, non proprio favorevole all’Italia - al punto che le opposizioni predicono la necessità di una manovra correttiva a metà anno - ci sarà da misurarsi con i partner dell’Unione su misure come la gestione dei flussi migratori, la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, la concorrenza - vedi balneari e ambulanti.

Tutti temi scottanti che suggerirebbero un approccio equilibrato e prudente con l’Unione Europea, sostenuto da un governo coeso e non minato dalle sparate che accompagnano, inevitabilmente, ogni campagna elettorale e che indebolirebbero l’immagine del Paese e del Capo del Governo, alle prese anche, fino all’estate, con la Presidenza di turno del G7.






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