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Decreto rilancio, premier Conte: "Stiamo affrontando un rischio calcolato; occorre ripartire"

16 mag 2020
Conferenza stampa Giuseppe ConteImmagine di repertorio
Immagine di repertorio

Nuova conferenza stampa del premier Conte per dettagliare le misure contenute nel decreto, partendo però dal contesto generale che ne ha dato impulso: “La voglia di ricominciare, insieme ai dati incoraggianti sul fronte epidemiologico. Siamo nella condizione di affrontare questa fase 2 con fiducia e senso di responsabilità – dice - ma fondamentale resta il dialogo con regioni ed enti locali, che dovranno assumersi responsabilità”. Parla del piano nazionale di monitoraggio - input di dati e informazioni dalle Regioni - "che perverranno per tenere sotto controllo la curva del contagio e intervenire nel caso di una sua inversione". Torna a chiedere, come elemento fondamentale, il rispetto delle regole di distanziamento: “Stiamo affrontando un rischio calcolato – dice Conte - anche nella consapevolezza che la curva possa risalire". Il valore primo "resta la tutela della vita dei cittadini, ma - dice - occorre ripartire". Accanto alle misure contenute nel decreto guarda al futuro: “Prossimi obiettivi sono il decreto semplificazioni, per rendere più rapidi alcuni passaggi amministrativi e il piano europeo degli strumenti finanziari”.

Già al termine del Consiglio dei Ministri che ha licenziato il decreto sul secondo step della Fase 2, in vigore da lunedì 18 maggio e fino al 31 luglio 2020, Conte aveva puntualizzato il rapporto con le Regioni: "Ottima collaborazione con le Regioni che hanno aderito al piano predisposto dal governo e accettato di camminare insieme in questa nuova fase trasmettendo costantemente le informazioni sui contagi e condividendo la responsabilità per le riaperture delle attività". Lo dice il premier Giuseppe Conte, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge 

A partire dal 18 maggio 2020, gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica. 

Fino al 2 giugno 2020 restano vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico. Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero. Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.

È confermato il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus COVID-19.

Resta vietato, l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni, contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.

Nonostante i dubbi sollevati da alcuni ministri nel corso della riunione, alla fine ha dunque retto l’intesa raggiunta tra l’esecutivo e le Regioni. Le attività economiche che non rispetteranno le linee guida regionali e nazionali e che non assicurano adeguati livelli di protezione per limitare il più possibile il contagio da Coronavirus rischiano la sospensione dell’esercizio da 5 a 30 giorni. Per coloro che violeranno le regole le sanzioni vanno invece da 400 a 3.000 euro


Cosa si può fare dal 18 maggio in Italia?

SPOSTAMENTI TRA REGIONI. Gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Nessun limite dunque a spostamenti nelle seconde case se situate nella regione di residenza. L'autocertificazione resterà per chi voglia spostarsi in altra regione, ma solo per "compravate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. E resta "il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus COVID-19, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata", prosegue il governo.

NEI RISTORANTI. Distanze tra i clienti ridotta a un metro, uso di mascherina quando ci si alza dal tavolo, stop ai buffet e lista delle prenotazioni conservata per ben 14 giorni. E' quanto prevede la proposta unitaria che le Regioni. La consumazione al banco è consentita "solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti".

IN SPIAGGIA. Un metro distanza tra le persone sulle spiagge, anche quelle libere. Stop ai giochi di gruppo in spiaggia, per evitare assembramenti e contagi, ok a racchettoni, surf, nuoto e windsurf. Mentre per "gli sport di squadra sarà necessario rispettare le disposizioni delle istituzioni competenti". Sdraio e lettini da disinfettare a ogni cambio persona. "È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale in più punti dell’impianto", si legge nelle prescrizioni che proseguono: "Privilegiare l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni"; "potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C"; "la postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche, eventualmente in fase di prenotazione".

CURA DELLA PERSONA- Nel settore della cura della persona - servizi degli acconciatori, barbieri ed estetisti - sarà consentito l’accesso dei clienti solo tramite prenotazione, bisognerà mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 gg e potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C. Bisogna dunque prevedere di "riorganizzare gli spazi, per quanto possibile in ragione delle condizioni logistiche e strutturali, per assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti. Verrà eliminata la disponibilità di riviste e materiale informativo di uso promiscuo.

HOTEL - Nelle strutture ricettive potrà essere rilevata la temperatura corporea e bisognerà garantire il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni e favorire la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita.


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