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Italia sotto choc per la tragedia di Mestre: tre giorni di lutto regionale in Veneto

21 morti nel tragico schianto di un bus precipitato ieri sera da un cavalcavia. Otto le vittime identificate

di Silvia Pelliccioni
4 ott 2023

Nessun "contatto" con altri mezzi prima del tragico volo, acquisizione della scatola nera presente sul bus e area posta sotto sequestro compreso guard rail. Sono i primi elementi e atti su cui si basa l'indagine della Procura di Venezia che procede per il reato di omicidio stradale plurimo in riferimento all'incidente di Mestre, costato la vita a 21 persone, di diverse nazionalità, compreso l'autista Alberto Rizzotto, trevigiano di 44 anni. 8 al momento le vittime identificate. Sette di queste sono femmine. L'unico maschio è un bambino di un anno e mezzo. La maggior parte erano giovani.

"Siamo davanti a una tragedia immane, ne ricordiamo pochissime a questo livello". Lo ha detto termine della visita all'ospedale Dell'Angelo di Mestre il presidente del Veneto Luca Zaia, sottolineando che tra i 15 feriti si contano una bambina di 3 anni, una di 4 e uno di 13 e tra le 21 vittime una "bimba di poco più di un anno e una ragazza di 13 e 14 anni". Per questo il Veneto ha chiesto e "ottenuto da Roma, anche in tempi celeri, l'autorizzazione per tre giorni di lutto regionale fino al 6 ottobre. Per tutta la regione del Veneto ci saranno le bandiere a mezz'asta".

Gli inquirenti nelle ultime ore hanno ascoltato anche una serie di testimoni dal cui racconto emerge che il primo a dare i soccorsi è stato l'autista di un altro bus per l'appunto solo affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato. Le ipotesi dell'incidente restano sempre la manovra azzardata o un malore accusato dall'autista, evenienza questa che potrà essere accertata con l'autopsia. Rizzotto, autista esperto, era in servizio da poche ore quindi si tende ad escludere la stanchezza all'origine della tragedia.

Intanto, i quattro pazienti coscienti ricoverati all'ospedale dell'Angelo di Mestre "chiedono informazioni sui cari che erano insieme a loro. C'erano famiglie intere, nonni, nipoti, coniugi. Ognuno chiede della propria famiglia – riferisce la struttura sanitaria. L'identificazione delle vittime sta risultando complicata dal fatto che in molti non avevano documenti e anche perché i corpi sono irriconoscibili. Per questo si dovrà ricorrere al test del Dna.

Nel video l'intervista a Luca Zaia, Presidente Regione Veneto. 





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