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L'Italia non si schiera; verso il sì a nucleare e gas nella “tassonomia europea”

9 gen 2022
@pixabay
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L'Italia probabilmente si asterrà al Consiglio europeo sull'inserimento di nucleare e gas nella cosiddetta “tassonomia europea”, che agevolerebbe gli investimenti privati. Un'astensione che può però significare via libera. Lo stesso, anticipano gli analisti politici, potrebbe fare la Germania, nonostante il ricorso annunciato dal portavoce del governo, Steffen Henestreit. I tedeschi puntano infatti molto sul gas. Fra i promotori Francia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Finlandia. Contrari Spagna, Austria, Danimarca e Lussemburgo.

Intanto, secondo quanto stima il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, le centrali nucleari europee di nuova generazione richiederanno all'Unione europea un investimento di "500 miliardi di euro, da qui al 2050". "Solo gli impianti nucleari già in funzione necessitano di 50 miliardi di euro di investimenti fino al 2030. Quelli di nuova generazione di 500 miliardi", ha dichiarato Breton al domenicale francese Journal du Dimanche, aggiungendo che il piano europeo per etichettare come "verde" l'energia prodotta dalle centrali nucleari come quella del gas nella nuova tassonomia energetica costituisce un passo fondamentale per attrarre investimenti ed è capace di avviare "una rivoluzione industriale di ampiezza inedita".

La proposta della Commissione europea prevede "un ruolo per il gas naturale e il nucleare come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro energetico basato prevalentemente su fonti rinnovabili", e prevede anche la messa a punto di misure per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Il commissario europeo francese ricorda inoltre che sono in corso consultazioni con gli Stati membri, perché in molti c'è disaccordo interno sul futuro del nucleare.




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