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L'Italia rialza la saracinesca, dal 3 giugno prevista l'apertura dei confini nazionali

In allegato il Dpcm e tutti gli allegati

18 mag 2020
Foto: Repubblica Milano
Foto: Repubblica Milano

È un via libera piuttosto generalizzato quello impresso dall'ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte dopo l'annuncio nella conferenza stampa di sabato sera: "i dati sono incoraggianti, dobbiamo correre un rischio calcolato, non possiamo più aspettare". A confortare governo e italiani, il numero più basso di decessi dall'inizio del lockdown: 145 nelle ultime 24 ore. Le Marche, per la prima volta dall'inizio dell'epidemia, contano zero morti. Dopo oltre due mesi, dunque, ristoranti, bar, negozi e parrucchieri possono ripartire. Ma ogni Regione potrà dettare le proprie linee. E il governatore campano De Luca non firma l'intesa: "La Campania non è d'accordo e non ha sottoscritto l'intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all'unanimità - dice il presidente della Campania - Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile". De Luca che ha così deciso di rinviare di tre giorni l'apertura dei ristoranti. E sull'apertura dei 'confini' regionali il 3 giugno ha già detto che la valuterà solo il 2. La Sardegna ha invece deciso di rinviare ancora di qualche giorno l'apertura di siti archeologici e musei e il Piemonte ha posticipato quella di bar e ristoranti al 23. "La nostra non è una regione a rischio - dice il presidente Alberto Cirio - Se c'è uno slittamento di qualche giorno per alcune attività questo dipende solo dal fatto che da noi il contagio si è diffuso più tardi". L'allarme, dicono da più fronti, non è però ancora finito e i numeri di ieri, per quanto confortanti, parlano di sei Regioni - Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Sicilia – con una risalita (minima) delle terapie intensive, uno dei parametri fondamentali per capire l'andamento del virus e la tenuta del sistema sanitario.


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