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Pressing di Regioni e centrodestra per riaperture, Speranza frena: “Numeri ci impongono prudenza”

Per il ministro della Salute con 3.721 posti letto in rianimazione occupati "non possiamo fare un passo troppo lungo"

30 mar 2021
Pressing di Regioni e centrodestra per riaperture, Speranza frena: “Numeri ci impongono prudenza”

Il centrodestra e diverse Regioni, soprattutto quelle in quota Lega, chiedono al governo “di dare un segnale” sulla ripartenza delle attività, e il Governo apre al dialogo. Il ministro della Salute Roberto Sparanza morde invece il freno: "la bussola restano le evidenze scientifiche e i dati del monitoraggio – precisa- per il quale "ora va usata prudenza" perché "sono i numeri dei decessi, del contagio e delle terapie intensive a imporci attenzione". Con 3.721 posti letto in rianimazione occupati "non possiamo fare un passo troppo lungo", avverte ancora Speranza, durante il vertice con i governatori sui vaccini, guardando oltre, per "programmare l'estate e la graduale uscita dalle restrizioni".



Così è il presidente Draghi a rassicurare le Regioni: "occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare e alle riaperture - dice -. Bisogna cominciare ad aver di nuovo il 'gusto del futuro'. Bisogna uscire da questa situazione di inattività". La questione in queste ore è come eventualmente scrivere la norma da inserire nel testo: se mettere nero su bianco che ci sarà una 'verifica' tra quindici giorni oppure fissare fin d'ora dei parametri, sia pur molto severi, che consentano di passare in zona gialla le Regioni più virtuose.

È invece ormai certo che il nuovo decreto legge Covid riporterà in classe in zona rossa gli studenti fino alla prima media, ma dovrebbe anche confermare nelle aree arancioni la presenza fino alla terza media e la didattica a distanza al 50% per le superiori. Si va verso la conferma anche delle altre misure disposte con il precedente decreto, come la chiusura di parrucchieri, barbieri e centro estetici in zona rossa. Nel provvedimento saranno incluse anche le norme ad hoc per il personale sanitario, l'obbligo di vaccinarsi per medici e infermieri a contatto con il pubblico e lo 'scudo penale' per chi somministra le dosi limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.




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