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Primo via libera al suicidio assistito di un malato, l'associazione Coscioni: "Ha atteso mesi, ma il Parlamento blocca la legge"

La replica della senatrice Udc Binetti: "Materia delicatissima, serve responsabilità di alto profilo"

di Francesca Biliotti
23 nov 2021

Il comitato etico dell'Azienda sanitaria delle Marche è il primo in Italia a dare via libera al suicidio assistito di un malato tetraplegico. “Mi sento più leggero – ha commentato l'uomo – voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita”. Lo hanno chiamato Mario, nome di fantasia per un 43enne marchigiano, che dopo un incidente stradale è paralizzato dalle spalle in giù, con altre gravi patologie, e da 11 anni è immobilizzato a letto, in condizioni irreversibili. E' il primo malato in Italia ad ottenere il suicidio medicalmente assistito, reso possibile dopo la sentenza della Corte Costituzionale su Dj Fabo. Dopo svariati dinieghi, 14 mesi fa Mario ha chiesto aiuto all'Associazione Luca Coscioni. “La legge non c'è ancora non perché i parlamentari vogliano sottrarsi – replica la senatrice Udc Paola Binetti – ma perché si tratta di materia delicatissima, che esige anche una responsabilità sociale di alto profilo. Non credo – ha aggiunto – che si possa parlare di vittoria e neppure che ci si possa rallegrare perché un uomo morirà, dal momento che la sua vita è diventata troppo faticosa”, conclude. All'orizzonte c'è poi il referendum che depenalizza parzialmente il reato di omicidio del consenziente.

Nel video l'intervista a Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni





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