Armando Siri non è più sottosegretario ai Trasporti nel governo. In Consiglio dei Ministri, riunito per un paio d'ore questa mattina a Palazzo Chigi, il presidente Conte ha deciso per la revoca dall'incarico, illustrando i motivi e le opportunità che lo hanno spinto a tale decisione: Siri è accusato di corruzione e da pochi giorni è anche al centro di una nuova indagine da parte della Procura di Milano per un mutuo, acceso pare senza ipoteche né garanzie alla Banca Agricola Commerciale di San Marino, usato per acquistare una palazzina a Bresso. Subito dopo l'illustrazione da parte di Conte si è tenuto un dibattito coi ministri presenti, quelli del M5S c'erano tutti, mentre i leghisti invece si sono incontrati con Salvini nell'ufficio del sottosegretario Giorgetti. Assenti i ministri Tria e Moavero. In conferenza stampa il solo Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio, che ha detto "La questione morale dev'essere al centro di qualsiasi governo che si dica del cambiamento. Quando cala un'ombra, con accuse che sono tutte da dimostrare, non si può far finta di niente. Non sono qui per esultare - ha concluso - non è una vittoria del M5S, ma degli italiani".
Il senatore Siri "ha ribadito con fermezza di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata, né da chiunque altro, promesse di pagamento o dazioni di denaro, che avrebbe rifiutato con sdegno, facenti riferimento al merito della sua attività di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato". Lo afferma in una nota l'avvocato Fabio Pinelli, difensore dell'esponente della Lega che ha rilasciato oggi dichiarazioni spontanee ai pm di Roma.
Nel corso dell'atto istruttorio con i magistrati di Roma, l'oramai ex sottosegretario Armando Siri, così come spiega in una nota il suo difensore, "ha messo spontaneamente a disposizione dei pm la documentazione contabile nella sua disponibilità, avente ad oggetto il complesso dei propri movimenti bancari e finanziari".