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Rimini: sindaco Gnassi a fine mandato, 'Nessun rimpianto, ma si poteva fare di più'

17 ago 2021
Rimini: sindaco Gnassi a fine mandato, 'Nessun rimpianto, ma si poteva fare di più'

Due mandati da sindaco tra la crisi dello spread del 2011 e la pandemia. In questo lasso di tempo è innegabile che Rimini sia cambiata con uno sviluppo urbano improntato su cultura e verde, dai nuovi musei al lungomare riqualificato. E il primo artefice di tutto ciò è il sindaco uscente Andrea Gnassi che nella relazione di fine mandato ha detto di non avere "nessun rimpianto" con il "magone", però, "perché si può fare sempre di più". Lascia una "città completa, in cammino", ha detto il primo cittadino facendo i conti: il debito del Comune è passato 141 a 72 milioni di euro, i bilanci sono "sani e i progetti già inseriti nel Pnrr". La sua amministrazione ha investito in questi anni 500 milioni di euro che, sommati agli investimenti di terzi, arrivano a circa un miliardo di euro. Un "piano Marshall", lo ha definito. Invece di un Pnrr "abbiamo fatto un Prrr", dove la prima R sta per 'riminese'. A chi lo critica di essere stato un "uomo solo al comando" risponde con una battuta: "Mi lusinga, mi ricorda Coppi". Ma dietro il suo lavoro - precisa - c'è il piano strategico e il dibattito pubblico.



Quella del leader a tratti autoritario è in realtà una "maschera che serve per decidere". E al futuro primo cittadino consiglia proprio questo: "ascoltare, poi devi decidere e fare - ha detto a margine -, perché l'immobilismo di molti anni ha prodotto il fatto che era inimmaginabile potersi candidare a Capitale della Cultura" come di recente ha fatto Rimini. Il cruccio più grande? La sicurezza. La colpa per Gnassi è dei ministeri degli Interni di ogni colore politico che non hanno garantito alla capitale turistica il giusto numero di rinforzi. E ha annunciato: "Entro l'anno parte la progettazione esecutiva della cittadella della sicurezza nella ex caserma Giulio Cesare".





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