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Sciopero pescatori: il caro gasolio mette a rischio l'intera filiera

Massimo Pesaresi, direttore cooperativa lavoratori del mare: "Con questi prezzi gli armatori non riescono a rientrare dei costi sostenuti"

di Giacomo Barducci
3 giu 2022

Da circa due settimane non si ferma lo sciopero o meglio il blocco forzato della pesca a Rimini e in altre realtà costiere italiane causato dal caro gasolio. Le spese per le uscite sono diventate insostenibili per gli armatori con costi raddoppiati rispetto lo scorso anno.

"Già per la prossima settimana ci hanno dato dei prezzi di acquisto del carburante di 1,20€/1,30€ ancora più alti di questa settimana - spiega Massimo Pesaresi, direttore cooperativa lavoratori del mare - molte barche quindi che lunedì avrebbero intenzione di provare a vedere di uscire in mare probabilmente non riusciranno a rientrare dei costi".

Una situazione pesante che sta compromettendo l'intera filiera gastronomica costringendo ristoranti e strutture di vendita a rifornirsi all'estero: "Questo non fa altro che - aggiunge Pesaresi - aumentare il pesce d'importazione che in questa settimane è aumentato del 30%/40%. Questo pesce, oltra a viaggiare con una tracciabilità discutibile, proviene da paesi dove non sono in vigore norme europee sulla diminuzione dello sforzo di pesca".

Nel servizio l'intervista a Massimo Pesaresi (Direttore cooperativa lavoratori del mare) 







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