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Strage Bologna: le commemorazioni a pochi mesi dalla sentenza di primo grado del processo ai mandanti

di Rossella Rappocciolo
2 ago 2022

Sono passati 42 ani da quando quella bomba scoppiò nella sala d'aspetto della stazione di Bologna. Erano le 10.25, un orario che resta impresso nell'orologio di Piazza Medaglie d'Oro così come nella memoria di un'intera nazione. 200 i feriti, 85 le vittime. Tra queste anche il 66enne sammarinese Pietro Galassi, professore di matematica e preside di un Istituto di Viareggio.

Il ricordo della strage arriva dopo il processo ai mandanti di pochi mesi fa. “Oltre alla memoria ci vuole la conoscenza. Finalmente con la sentenza di primo grado è arrivata una svolta importante" ha detto il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi . "Dobbiamo proseguire l’opera di desecretazione degli atti affinché ogni ombra sparisca e si faccia piena luce su quanto accaduto. Una ricerca della verità che dovrà continuare anche con il governo che si insedierà dopo il 25 settembre" ha commentato la presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna Emma Petitti in apertura dell'evento "Il futuro della memoria", organizzato da Cantiere Bologna in concomitanza con le celebrazioni per il 2 agosto 1980.

Nella Giornata in memoria delle vittime di tutte le stragi, l'incontro tra il sindaco di Bologna Matteo Lepore e i familiari delle vittime nel Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio. E poco dopo le 9 è partito da Piazza del Nettuno il consueto corteo fino alla stazione centrale dove, alle 10.25, è risuonato il triplice fischio del treno seguito da un minuto di silenzio. Quest'anno anche il  il progetto ‘A destino’, realizzato dalla Compagnia Teatro dell’Argine. Poco dopo le 10.25, 85 cittadini volontari, anche bambini, si sono diretti verso i binari della stazione di Bologna, verso gli autobus, verso i taxi, verso le vie del centro, per portare a destinazione i viaggi mai conclusi dalle vittime del 2 agosto 1980. Federica Zanetti, docente del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di San Marino, ha accompagnato Pietro Galassi nel suo viaggio di ritorno a casa, a Borgo Maggiore, dov’era nato.






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