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WWF pubblica il report: "Italia, penisola delle tartarughe"

15 giu 2022
Immagine da WWF Italia
Immagine da WWF Italia

Giovedì 16 giugno è stata la Giornata Mondiale delle tartarughe marine (World sea turtle day). In questa occasione il WWF ha raccontato vita e minacce di queste specie protette nel suo report “Italia, penisola delle tartarughe”. Nel mar Mediterraneo vivono tre specie di tartaruga marina: la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). In particolare la Caretta caretta è l'unica a nidificare regolarmente sulle coste meridionali dell'Italia. Dal 2016 al 2021 si è registrato un aumento di nidi nella penisola che, sommati con tutte le nidificazioni sulle coste, arrivano a 8 mila nell'intero Mediterraneo. I mari intorno all’Italia, invece, rivestono una grande importanza per la popolazione di Caretta caretta del bacino: quello Adriatico, per esempio, è importante area di alimentazione per la specie.

Per celebrare questa giornata si sono svolti diversi eventi: il 16 giugno sono state liberate al largo del Porto di Bari 2 Caretta caretta dopo un periodo di cure nel Centro di Recupero WWF di Molfetta (Bari). Domenica 19 giugno un’altra tartaruga marina, curata presso il Centro di Recupero WWF di Policoro (Potenza) tornerà in mare grazie ai volontari del WWF. Sempre domenica a Marsala (Trapani) si potranno conoscere tutti i segreti di questi rettili marini nell’incontro organizzato dal WWF Sicilia.




Molte sono le minacce che stanno ostacolando le fasi del ciclo vitale delle specie di tartarughe marine; il mare si sta scaldando sempre più velocemente ed è pieno di rifiuti. Insieme alla pesca intensiva, queste due varianti mettono a rischio tutti gli animali marini, che potrebbero estinguersi in breve tempo. Inoltre, nel Mediterraneo oltre 150.000 tartarughe ogni anno vengono catturate accidentalmente da ami da pesca, lenze e reti e oltre 40.000 muoiono. Solo in Italia, ogni anno 25.000 tartarughe marine vengono catturate da reti a strascico.

Il WWF Italia si occupa da più di 25 anni della conservazione delle tartarughe marine. Attraverso un’ampia attività di ricerca, monitoraggio, tutela dei nidi, recupero e riabilitazione di tartarughe, l'organizzazione riesce nel suo intento, grazie anche a specifici progetti approvati ed autorizzati dal Ministero dell’Ambiente, oggi MITE (Ministero della Transizione Ecologica). Le attività riguardano Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Veneto e Toscana e, grazie alla collaborazione con i pescatori più sensibili, altri Enti, anche Campania e Lazio. Con il progetto Life Euroturtles, il monitoraggio delle tartarughe sta migliorando; sono stati coinvolti circa 100 volontari, affiancati da operatori esperti, che hanno contribuito nella ricerca di tracce lasciate sulle spiagge e nella successiva tutela dei nidi. Solo nel 2020, gli operatori e volontari del WWF sono intervenuti su 108 nidi da cui sono emersi più di 5.000 piccoli che hanno raggiunto il mare. La maggior parte dei nidi sono stati identificati in Sicilia (81), ma anche Calabria (26) e la Basilicata (1 nido).

Il compito dei centri di recupero è quello di tutelare, curare e riabilitare gli animali recuperati con ferite di diversa entità. Le tartarughe ricevono le cure veterinarie di cui hanno bisogno e, se possibile, vengono liberate in mare dopo la guarigione. I centri del WWF trattano circa 500 tartarughe l’anno, con una buona percentuale di individui curati e poi rilasciati in mare. Oltre a marcare tutte le tartarughe rilasciate con un tag satellitare sulla pinna, hanno applicato dei tag GSM (Global System for Mobile communication), che permettono di seguire i movimenti della tartaruga nel corso del tempo in modo efficace e di identificare così le loro rotte, i loro habitat chiave, le aree di alimentazione e riproduzione.






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