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Israele: il summitt della pace con i Paesi arabi è una richiesta agli USA di non abbandonare i suoi alleati

28 mar 2022

Si è concluso oggi nel Negev il summitt con la presenza del Segretario di Stato americano Blinken e i delegati del Marocco, Emirati Arabi, Egitto e Bahrain. Il ministro degli Esteri israeliano Lapid ha ringraziato i rappresentanti dei quattro Paesi arabi che hanno condannato l’attacco terroristico di ieri da parte dell’Isis, in cui hanno perso la vita due giovani soldati israeliani. E ha apprezzato la critica alle azioni destabilizzanti dell’Iran e dei miliziani per procura finanziati da Teheran. Ma, oltre a gettare le basi per una cooperazione più stretta dopo gli Accordi di Abramo, questo vertice ha rappresentato una evidente richiesta agli Stati Uniti di non abbandonare i suoi alleati.

La preoccupazione di tutti i ministri degli Esteri intervenuti è il nemico comune che minaccia il Medio Oriente: quell’Iran che l’ONU ha accolto nella Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti delle donne, mentre rimane uno dei più grandi oppressori delle donne. Quell’Iran al quale gli Stati Uniti sono pronti a togliere le sanzioni economiche e a non inserire più le Guardie della Rivoluzione Islamica nella lista delle organizzazioni terroristiche. Quell’Iran al quale gli USA chiederanno di fornire gas e petrolio per miliardi all’Europa, al posto di quello russo, e al quale verranno sbloccati altri miliardi di dollari congelati, che serviranno a finanziare il terrorismo in tutta la regione. Quell’Iran col quale Biden è pronto a firmare il nuovo accordo sul nucleare che permetterà a Teheran di arricchire l'uranio regolarmente e di ottenere dopo nove anni quattro bombe atomiche diventando una potenza nucleare.

E’ la tempesta perfetta, quella che Israele dovrà affrontare a breve, consapevole delle intenzioni del Presidente americano di sottrarsi a conflitti lontani come l’Afghanistan e il Medio Oriente. Gerusalemme ha sempre sottolineato come il nucleare iraniano sia un pericolo per l’esistenza dello Stato ebraico, e il governo ha ribadito che non si riterrà vincolato all’accordo, ma sarà pronto a iniziative militari. Quindi, più che un summitt di pace, quello del Negev è stato un vertice per creare una rete di sicurezza e di allerta rapida fra gli Stati, e per valutare tutte le opzioni da mettere in campo contro la minaccia atomica iraniana.

Massimo Caviglia





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