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Medio Oriente: tensioni oltre i livelli di guardia dopo gli strike angloamericani su postazioni houthi

All'Italia non è stato chiesto di partecipare, riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Segnalato in giornata un attacco missilistico – fortunatamente senza conseguenze - contro una nave commerciale nel Mar Rosso

12 gen 2024

A questo punto è a tutti gli effetti zona di guerra il Mar Rosso. E l'impennata dei prezzi del petrolio è indicatore attendibile dell'escalation. Controintuitiva, allora, la dichiarazione congiunta di Washington, Londra – ed altre 8 Capitali -, nella quale si sottolinea come l'obiettivo dei raid fosse “allentare le tensioni”. Pare piuttosto il prologo di un allargamento del conflitto, la pioggia di missili contro le postazioni degli houthi nello Yemen. Strike chirurgici, si direbbe, stando alla conta delle vittime resa nota dai miliziani. 5 i combattenti uccisi. Di prammatica l'annuncio di una rappresaglia; non scontato invece il dichiarare come “tutti gli interessi americani e britannici” siano ormai “obiettivi legittimi”. Nel mirino potrebbe ad esempio finire la base della Quinta Flotta statunitense nel Bahrein; Paese che – insieme a Canada, Australia e Olanda -, avrebbe garantito supporto ai raid angloamericani. Peraltro prevedibili, dopo lo stillicidio di incursioni del movimento filo-iraniano contro le navi in transito; e i moniti ignorati di Washington: la cui proiezione di potenza – ricordano gli analisti - risiede proprio nel controllo degli stretti; e quello di Bab el-Mandeb è di importanza cruciale. Manifestazioni di protesta all'esterno della Casa Bianca; Trump – in piena campagna elettorale – ha definito Biden il peggior presidente della storia americana. Decisione di attaccare criticata anche da alcuni deputati democratici. Per il resto sostanziale sostegno, dalle cancellerie occidentali; in ambito UE si starebbe discutendo dell'invio di unità militari nell'area. Tutt'altra postura la Cina, che esprime preoccupazione; così come l'Arabia Saudita, già scottata dalla guerra civile nello Yemen. In serata una riunione del Consiglio di Sicurezza ONU richiesta dalla Russia. Anche Teheran ha condannato gli strike; ma nessuna apparente intenzione di lasciarsi coinvolgere in modo diretto. “Non cerchiamo un conflitto con l'Iran”, ha puntualizzato dall'altra parte John Kirby. Comunque lo specchio di mondi contro, la crisi mediorientale. Lo testimonia l'appoggio di 6 Paesi dell'America Latina all'iniziativa sudafricana alla Corte internazionale di giustizia. Seconda udienza a l'Aia; con la replica israeliana alle accuse mosse da Pretoria. “Se ci sono stati atti di genocidio, sono stati perpetrati contro Israele”, è stato detto, ricordando i massacri di Hamas del 7 ottobre. Ma la successiva risposta dello Stato Ebraico è stata stigmatizzata, proprio oggi, dall'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite; che ha parlato di “fallimenti” nel sostenere i “principi fondamentali del diritto internazionale umanitario”.





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