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Taiwan: alle Presidenziali netta vittoria del candidato visto come fumo negli occhi da Pechino

Si è imposto William Lai, del Partito Democratico Progressista attualmente al Governo. Tornata ritenuta di importanza cruciale, da un punto di vista geopolitico

13 gen 2024
Si è imposto William Lai, del Partito Democratico Progressista attualmente al Governo. Tornata ritenuta di importanza cruciale, da un punto di vista geopolitico
Si è imposto William Lai, del Partito Democratico Progressista attualmente al Governo. Tornata ritenuta di importanza cruciale, da un punto di vista geopolitico

Secondo pronostico, l'esito delle urne; con la vittoria di William Lai, del partito attualmente al Governo. Oltre il 40% di preferenze per lui, e partita chiusa; non essendo previsto alcun ballottaggio, per le Presidenziali. C'è chi l'aveva definito il voto più importante dell'anno. Il che suona paradossale se si considera il numero, ed il “peso”, degli appuntamenti elettorali di questo 2024; in autunno la corsa alla Casa Bianca, che potrebbe incidere in modo radicale sulle sorti del conflitto in Ucraina, mentre in Medio Oriente gli scenari si fanno progressivamente più cupi. Ma resta Taiwan l'epicentro del confronto tra la Superpotenza americana ed il suo rivale strategico. Da una parte la volontà di mantenere lo status quo; non negoziabile, invece, per Pechino, la futura “riunificazione”, di quella che considera una “provincia ribelle”. Senonché il “piano A” - quello politico – pare complicarsi dopo questa tornata. Il successore della battagliera Tsai Ing-wen era stato del resto definito dai vertici della Repubblica Popolare un pericoloso indipendentista. E il messaggio sotteso alle recenti prove muscolari, nelle acque del Mar Cinese Meridionale, pareva evidente. N

ella stessa Taipei le opposizioni avevano ripetutamente inquadrato le elezioni come una scelta tra guerra e pace. Polarizzazione che evidentemente non ha pagato; potrebbero piuttosto avere influito temi più prosaici, come il caro-alloggi. Il candidato del Kuomintang – la forza tradizionalmente più conciliante con le istanze della Cina continentale – ha infine riconosciuto la sconfitta, visto il gap di circa 7 punti percentuali. Ancor più distaccato Ko Wen-je dell'emergente Partito Popolare. Per il Partito Democratico Progressista – sostenitore della sovranità di fatto dell'isola, con relazioni sempre più forti con Washington – si tratta invece di un inedito terzo mandato presidenziale consecutivo. Persa, tuttavia, la maggioranza assoluta in parlamento. “Taiwan ha ottenuto una vittoria per la comunità delle democrazie”, ha dichiarato William Lai. Gelido il commento di Pechino; ci opporremo “con forza alle attività separatiste”, è stato detto.

Nelle stesse ore Anthony Blinken chiamava il presidente eletto per congratularsi per la vittoria. “Gli Stati Uniti non sostengono l'indipendenza di Taiwan”, ha puntualizzato dal canto suo Biden; ma restano un'incognita i possibili scenari. Anche alla luce della volontà – più volte espressa da Xi Jinping – di riportare l'isola, entro il 2049, sotto controllo di Pechino; non escludendo il ricorso alla forza.





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