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Astensione all'Onu, Beccari: “Risoluzione sbilanciata, astenersi non vuole dire essere indifferenti”

Il premier israeliano Netanyahu parla alla nazione: "La nostra sarà la vittoria del bene sul male"

di Mauro Torresi
28 ott 2023

San Marino spiega il motivo dell'astensione in sede Onu, nel voto per la risoluzione per una tregua umanitaria a Gaza. All'indomani dell'approvazione del testo proposto dai Paesi arabi, con in testa la Giordania, il segretario agli Esteri, Luca Beccari, afferma che la risoluzione “ometteva completamente il riconoscimento di Hamas come organizzazione terroristica” e “non faceva alcuna menzione alle vittime israeliane, compresi gli ostaggi”.

Beccari riconosce la bontà di una serie di contenuti del testo approvato, ma parla di uno sbilanciamento verso la parte palestinese. “Astenersi – rimarca - non significa essere indifferenti”. Non è stata raggiunta la condivisione su una serie di principi, sostiene Beccari che fa poi riferimento al lavoro degli Stati occidentali per arrivare a una risoluzione più equa, con gli emendamenti del Canada non accolti. Modifiche che avrebbero invece portato a un testo che "avrebbe fatto la differenza". “Votare a favore - prosegue - sarebbe stato un implicito riconoscimento della legittimità dell'azione di Hamas. Votare contro significava disconoscere ciò che di buono c'era in quella risoluzione”. Dal Segretario l'auspicio che si arrivi a una maggiore condivisione tra Paesi durante il dibattito. Proprio la mancanza di una condanna esplicita ad Hamas è uno dei motivi che hanno portato anche l'Italia all'astensione, come spiegato dal ministro degli Esteri Tajani.

Sul campo, dopo una notte di pesanti bombardamenti su Gaza, prosegue l'offensiva di Israele che fa sapere di aver colpito, tramite l'aviazione, circa 150 obiettivi sotterranei e di aver eliminato esponenti di primo piano di Hamas. E si proseguirà “fino a nuovi ordini”, assicura lo Stato ebraico. Dal canto suo, Hamas parla di una “esitazione di Israele” di fronte all'invasione di terra che nasconderebbe confusione e paura. “La resistenza è pronta allo scontro”, assicura l'organizzazione che parla di “crimine di guerra” riferendosi alla privazione di acqua, combustibile e corrente alla popolazione. In un messaggio alla nazione, il premier israeliano Netanyahu ribadisce che i soldati stanno combattendo all'interno della Striscia" e che si tratterà di un conflitto lungo e duro. "La nostra sarà la vittoria del bene sul male", rimarca Netanyahu.

Intanto, nuove tensioni internazionali, con il ministro degli Esteri russo Lavrov che mette in guardia sul possibile scoppio di un grande conflitto. Il presidente turco Erdogan si scaglia contro l'occidente e annuncia di essere al lavoro per dichiarare Israele “criminale di guerra”. Dichiarazioni che hanno portato al rientro dei diplomatici israeliani dalla Turchia.





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